LORENZO MUCCIOLI
Cronaca

Frode delle auto di lusso: rivenditore nei guai

Un concessionario di Cattolica è finito nel mirino della Finanza: avrebbe attribuito la provenienza dei veicoli a San Marino per evadere l’Iva

L’inchiesta che ha coinvolto anche un concessionario di Cattolica è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Foggia che ha eseguito 13 misure

L’inchiesta che ha coinvolto anche un concessionario di Cattolica è stata condotta dalla Guardia di Finanza di Foggia che ha eseguito 13 misure

Ferrari, Lamborghini, Porsche, Audi, Bmw, Mercedes. Macchine da sogno al centro di una frode fiscale dal valore di 15 milioni di euro, con un fiume di denaro che scorreva tra Cerignola (in provincia di Foggia) e la Repubblica di San Marino, passando per il Riminese. C’è anche una concessionaria d’auto di Cattolica tra le 22 coinvolte nell’inchiesta della Guardia di Finanza che ha eseguito 13 misure cautelari di sequestro preventivo nei confronti degli amministratori delle aziende implicate nell’inchiesta, denunciando 33 persone per reati tributari e falso in atti pubblici.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Foggia, hanno preso avvio da un controllo fiscale nei confronti di una società cerignolana e hanno portato alla luce un giro illegale di importazione e vendita di oltre 300 auto di lusso, che attraverso false fatturazioni, firme false sulla documentazione per le richieste di immatricolazione e attestazioni contraffatte, avrebbe consentito di sottrarre 4,5 milioni di euro di Iva e di vendere gli autoveicoli ad un prezzo inferiore a quello di mercato. Secondo la Finanza, il concessionario di Cerignola agiva in collegamento con numerose concessionarie italiane, a Bari, Barletta, Ascoli Piceno, Ancona, Napoli, Salerno, Fermo e Teramo. Tra queste, c’era anche la concessionaria di Cattolica, finita sotto la lente di ingrandimento delle Fiamme Gialle.

Due, stando alla ricostruzione degli inquirenti, gli schemi utilizzati dagli autori della truffa. Il primo sarebbe stato realizzato mediante la falsificazione delle fatture originali su cui è stata apposta la dicitura di acquisto del bene con il "regime del margine", un metodo alternativo e facoltativo di applicazione dell’Iva volto ad evitare fenomeni di duplicazione dell’imposta nel commercio di beni usati. Il secondo schema di frode, invece, è stato attuato attraverso la presentazione alle Motorizzazioni Civili di falsa documentazione attestante la provenienza delle vetture dalla Repubblica di San Marino e l’avvenuto assolvimento degli obblighi tributari da parte di una società sammarinese inesistente. Questo sistema avrebbe consentito alle concessionarie – primi acquirenti de facto – di eludere la normativa fiscale in materia di scambi comunitari che prevede l’assoggettabilità dell’imposta nel paese di destinazione della merce.