Rimini, 7 settembre 2023 – Alla folla che l’ha accompagnato oggi, nel suo ultimo viaggio, Lorenzo Cagnoni avrebbe sorriso. Ai potenti avrebbe stretto la mano, dispensando qua e là qualche consiglio dei suoi: "Si potrebbe fare questa cosa, e magari anche quella...". Alla città mancherà tanto Cagnoni, Signore delle fiere, uno dei protagonisti assoluti della politica e dell’economia riminese. E oggi Rimini, nel giorno dei funerali del presidente Ieg, spentosi a 84 anni dopo una malattia, gli ha riservato un sincero e commosso saluto. Un abbraccio iniziato già alla camera ardente allestita in consiglio comunale, dove sono passate – tra mercoledì e ieri mattina – quasi 2mila persone. E ce n’erano quasi 500 ieri pomeriggio alla chiesa di San Martino in Riparotta, a due passi dalla Fiera. Prima della messa, celebrata da don Danilo Manduchi, il feretro è stato portato davanti all’ingresso della sua amata creatura: una sorta di ’inchino’, per permettere ai dipendenti di Ieg di salutarlo.
Gremiti la chiesa e i 300 posti allestiti sul sagrato. Presente quasi tutta la politica riminese (e non solo), di ieri e di oggi: i parlamentari Gnassi, Morrone e Croatti, l’assessore regionale Corsini, Emma Petitti, Nadia Rossi, gran parte della giunta e dei consiglieri di Rimini, e ancora l’ex governatore Errani, l’ex senatore Gambini, Chicchi, Melucci, Zavatta, Conti e Moretti e tanti altri. Ovunque, nella chiesa e fuori, corone di fiori e le scritte "Grazie, presidente". Dall’altare don Danilo cita i versi di un brano di Francesco Guccini ("voglio ricordarti com’eri") e i pensieri di chi ha conosciuto bene Cagnoni: "Un grande politico e manager a servizio della città, lungimirante, generoso". Ecco, "la vita di Lorenzo – aggiunge il parroco – è stata davvero un dono per tutti noi". Il parroco legge il pensiero del vescovo Nicolò Anselmi, impossibilitato a esserci. Poi, prima della benedizione, lascia la parola ai sindaci di Rimini e Vicenza e a Gnassi. "È bello vedere in quanti oggi ci siamo stretti qui intorno a Lorenzo – dice Jamil Sadegholvaad – È stato un personaggio da romanzo, ed era stimato da tutti. Ci ha lasciato una grande eredità: il piano di sviluppo per la crescita della Fiera e della città intera. E noi quel piano lo realizzeremo: sarà la nostra migliore gratitudine. Grazie di tutto, presidente. Ciao Lorenzo".
Parole accolte da lunghi applausi, come quelle del sindaco di Vicenza Giacomo Possamai: "Quando l’ho conosciuto gli rivelai che io e la mia famiglia passavamo le estati a Viserba. Lui mi interrogò, chiededomi i nomi di hotel e di stabilimenti balneari...". Anche questo era Cagnoni. "Lui era profondamente innamorato di Rimini – sottolinea Gnassi – Anche negli ultimi di vita, alla sua amata Gianna e alle figlie Lucia Silvia, ha detto: quant’è bella Rimini, ma c’è ancora qualcosa da fare... La sua terra è sempre stata Rimini, ma il suo orizzonte era largo". Gnassi snocciola alcuni dei numeri e delle sfide vinte con la Fiera, "i 350 milioni di investimenti per il quartiere e il Palacongressi". Numeri da cui si misura la grandezza del lavoro di Cagnoni. Che "ha lavorato fino all’ultimo, per il bene di Rimini. Ha fatto la storia della Fiera e della città". A Rimini ’Lorenzo il magnifico’ manca già. Lo dimostrano – anche – le lacrime e gli applausi di oggi, che hanno accompagnato l’ultimo viaggio di Cagnoni verso il cimitero, dove sarà cremato.