
L’eredità del presidente uscente: "Miglioriamo le nostre infrastrutture. E servirebbe meno burocrazia"
Puntare forte sull’aeroporto e i collegamenti, ma c’è anche una rivalutazione dei mestieri artigiani da valorizzare per consentire il ricambio generazionale. Mirco Galeazzi segna la strada nel giorno in cui si accinge a lasciare la carica di presidente di Cna ricoperta per 10 anni consecutivi. Lunedì si svolgerà l’assemblea elettiva al Centro congressi Sgr.
Galeazzi, che eredità lascia?"Non è stato semplice, ma oggi Cna è la categoria più rappresentativa con 3.500 aziende associate e un centro servizi dislocato nelle sedi sul territorio con oltre un centinaio di dipendenti".
Dove può arrivare questo territorio?"Si può giocare una leadership a livello nazionale se non europeo per le sue caratteristiche e le realtà che vi insistono, penso ad esempio alla Fiera. Il rafforzamento dell’aeroporto non va visto solo in chiave turistica, la Fiera è da questo punto di vista molto importante. Dobbiamo migliorare le infrastrutture e i collegamenti a partire dall’alta velocità sulla linea ferroviaria adriatica, per non parlare dell’autostrada. A livello locale è importante procedere con i prolungamenti del Metromare".
Cosa frena oggi le aziende?"La burocrazia è un problema. Ogni anno facciamo un report per capire quanto pesano sulle imprese e il risultato è disastroso tanto da mettere a rischio l‘integrità delle stesse aziende. Le bollette energetiche restano un fattore che erode i fatturati. Poi ci sono i bandi. Non è pensabile che queste procedure pubbliche per ottenere i contributi sfiniscano un click day, dove il merito non conta nulla. Oggi abbiamo purtroppo settori che stanno soffrendo molto come l’edilizia e l’ambito della moda".
Cosa rischiamo di perdere per il futuro?"Siamo davanti a un passaggio generazionale che per diversi mestieri è complesso e mina il proseguimento delle attività. Purtroppo questo è anche frutto di una cultura che spinge i figli verso altre attività. Dovremmo invece comprendere che alcune attività artigiane non sono di serie B. Lo si pensava una volta, ma non è più così, il mondo è cambiato".
Andrea Oliva