Galileo Landicho, chi era l'anziano ucciso alla fermata dell'autobus a Rimini

Il dolore della comunità filippina: "Era arrivato in Italia 32 anni fa, lavorava come giardiniere. Una vendetta? Lo escludiamo"

Galileo Landicho, 74 anni, ucciso domenica scorsa in stazione con una coltellata alla gola

Galileo Landicho, 74 anni, ucciso domenica scorsa in stazione con una coltellata alla gola

Rimini, 23 novembre 2021 - Un uomo mite, con tanti parenti sparsi per il mondo ma che viveva solo in un appartamento a Villa Verucchio. È questo il ritratto di Galileo Landicho, il 74enne ucciso domenica scorsa da un fendente che gli ha reciso la giugulare. Era arrivato in Italia trentadue anni fa, lasciando nel suo paese d’origine, le Filippine, una moglie da cui si era separato e una figlia. In passato, pare, Landicho aveva avuto qualche guaio con la giustizia, e da allora non aveva mai voluto fare ritorno in patria.

Il nipote: "Perché l'assassino ha scelto proprio mio zio?"

Galileo Landicho, 74 anni, ucciso domenica scorsa in stazione con una coltellata alla gola
Galileo Landicho, 74 anni, ucciso domenica scorsa in stazione con una coltellata alla gola

In Italia, però, il 74enne aveva sempre rigato dritto ed era praticamente incensurato. Per un po’ aveva lavorato come scaricatore di frutta e verdura, fino a quando aveva conosciuto un imprenditore della Valmarecchia che gli aveva offerto un posto di lavoro come giardiniere/tuttofare, mettendogli anche a disposizione un appartamento. "Era una persona molto riservata ma anche diligente e scrupolosa, un gran lavoratore – racconta l’imprenditore che per diciotto anni lo ha avuto come suo collaboratore –. Era molto religioso, andava a messa tutte le domeniche, poi si fermava a Rimini per pranzare insieme ai suoi connazionali. So che aveva diversi parenti sparsi per il globo, in Australia e negli Stati Uniti, ma non ne parlava spesso".

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Landicko, raccontano amici e conoscenti, conduceva una vita molto regolare, e frequentava quasi esclusivamente i membri della comunità filippina. Con loro organizzava spesso feste e cene, ed era in quelle occasioni che prendeva l’autobus che da Villa Verucchio lo portava fino a Rimini. Nel piazzale della stazione, il 74enne era un volto noto. Lo si vedeva spesso nei bar della zona oppure in tabaccheria, dove ogni tanto si fermava per giocare una schedina del Superenalotto o spedire denaro alla famiglia nelle Filippine. Aveva molti parenti sparsi tra Milano, Roma e Sanremo e spesso andava a trovarli. Era anche consigliere dell’associazione Mabuhay, che riunisce i filippini di Romagna, ed era proprio con loro che aveva trascorso il pomeriggio di domenica, prima di essere accoltellato su quella fermata dell’autobus. Gli amici della comunità filippina lo ricordano come una persona generosa, che amava spendersi per gli altri, e non si tirava mai indietro quando c’era da dare una mano.

"Era un uomo tranquillo, con un carattere molto positivo – racconta l’amica Fhely Gayo –. Ci eravamo sentiti poco tempo fa, perché doveva rinnovare il suo permesso di soggiorno e mi aveva contattata per chiedermi un consiglio. Ogni tanto lo vedevo in casa di amici: gli piaceva partecipare a quelle cene e ogni volta si presentava con qualche regalo. Ancora faccio fatica a credere a quello che è successo. Landicko non aveva mai avuto problemi con la giustizia, non era una persona che andava in cerca di guai. Mi sembra impossibile che qualcuno potesse avercela con lui, o almeno non penso ci fossero motivi per arrivare a commettere un crimine del genere. Speriamo che le indagini possano procedere in fretta e che l’assassino venga catturato il prima possibile".

Auspicio condiviso anche da un’altra amica di Landicho, Divina Bulseco. "Ci auguriamo che si possa fare chiarezza su questa vicenda, che ci ha lasciati tutti senza parole. Personalmente tendo ad escludere l’ipotesi di un regolamento di conti o di una vendetta: Landicho, almeno qui a Rimini, non aveva nemici. Il suo tempo libero lo trascorreva quasi interamente in compagnia dei connazionali. Gli piacveva darsi da fare per gli altri, essendo in Italia da tanti anni era una persona molto integrata. Tutti noi ci chiediamo come sia potuto avvenire un fatto così orribile, per di più in un luogo molto trafficato".