Geat, scontro sulla presidenza

Diktat del Pd che punta sull’ex segretario Arcangeli, ma la sindaca Angelini e le civiche resistono

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Muro contro muro per la presidenza di Geat. Si preannuncia un confronto serrato in maggioranza. I tempi sono maturi perché le forze politiche indichino i nomi per il Cda e il presidente. Una poltrona che, visto l’esito elettorale, sarebbe stata destinata al Partito democratico. Il condizionale è d’obbligo, dato che il nome che emerge all’interno del partito, quello dell’ex segretario Alberto Arcangeli, continua a incontrare i dubbi da parte della sindaca Angelini e di altre figure della maggioranza all’interno delle liste civiche.

La situazione di stallo va avanti da mesi, ieri era l’ultimo giorno utile per indicare i nomi e chiudere la partita. La sintesi non si è trovata, nonostante la scadenza imposta dal regolamento sulla presentazione delle nomine per la società in house del Comune. Così si è dovuti ricorrere a una proroga. Qualche giorno in più per riflettere ed evitare lo scontro politico, ma le premesse non sono delle migliori. Dall’entourage vicino al primo cittadino è arrivata la richiesta al Partito democratico di ricevere una rosa di nomi entro cui scegliere, per trovare un punto di caduta che accontenti tutti. Va ribadito che la decisione, accordi politici a parte, resta della sindaca e di nessun altro. Ma dal Pd non sono giunti ramoscelli di ulivo. Il nome è uno, e resta quello di Alberto Arcangeli.

In estate le motivazioni contro una nomina di questo tipo stavano nel fatto che Arcangeli era segretario del partito. Un accordo in maggioranza mirava a tenere fuori dagli incarichi chi ricopriva per le forze politiche ruoli guida. Ma di recente Arcangeli si è dimesso con cinque mesi di anticipo rispetto alla scadenza naturale che avverrà con il congresso in marzo. Il veto formale è caduto, ma resta comunque un nome fortemente legato al partito, mentre a Palazzo preferirebbero figure meno ‘targate’. Così si è rimasti in una situazione di stallo che sta preoccupando anche il Partito democratico provinciale. Oltre il Marano vorrebbero evitare tensioni in maggioranza e con il primo cittadino. Ma in via don Minzoni, la nuova reggenza del Pd affidata a Riziero Santi, affiancato da Marino Masi e Cinzia Bauzone, lascia pochi spiragli per una soluzione diversa da quella già indicata, e la cosa pare non piaccia al direttivo provinciale del partito.

La decisione sta nelle mani della sindaca con il Pd che, nel caso venga nominato un altro presidente, potrebbe giocarsi in futuro una pesante cambiale politica.

Andrea Oliva