Rimini, Gessica Notaro al Delfinario. "Sono una ragazza che sa combattere"

Ha ripreso a lavorare. "L'aspetto fisico è l'ultimo dei problemi"

Gessica Notaro al lavoro al Delfinario di Rimini (foto Petrangeli)

Gessica Notaro al lavoro al Delfinario di Rimini (foto Petrangeli)

Rimini, 28 giugno 2017 - «Torno subito, vado a cambiarmi. Tanto non devo neanche truccarmi». La nuova Gessica Notaro è anche questa: una donna che sa prendersi gioco del dramma che ha subìto. Sono trascorsi quasi sei mesi dal terribile agguato con l’acido che ha sconvolto la vita di questa riminese di 28 anni, un passato da finalista a Miss Italia e il sogno di sfondare come cantante. Incontriamo Gessica al Delfinario di Rimini: la sua seconda famiglia. A giorni l’acquario riapre la stagione con i leoni marini, lei da settimane si prepara come addestratrice e presentatrice. 

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È il ritorno alla normalità dopo tante sofferenze? «Sì, senza dubbio. All’inizio è stato frustrante: non posso stare al sole né entrare in acqua. Ma questi animali sono la mia forza. E a differenza delle persone non ti giudicano e non ti guardano».

Dopo 6 operazioni il volto è ancora segnato da cicatrici. Riesce ad accettare la sua nuova identità? «Mi guardo allo specchio e penso che in fondo sono sempre la stessa Gessica. La differenza è negli altri. Prima mi guardavano perché ero una bella ragazza. Ora si girano per vedere la donna con la faccia deformata. Ma vedono anche una persona che sa combattere e reagire al male che ha subìto».

Una sofferenza che continua. «Sento la pelle bruciare. Ogni giorno passo un’ora a medicarmi, altre ore a fare fisioterapia. Al mattino non riesco né a parlare né a mangiare. L’aspetto estetico è l’ultimo dei miei problemi. Spero di riacquistare la vista all’occhio sinistro, quello più lesionato dall’acido: i medici non si sbilanciano».

Le capita spesso di ripensare all’agguato del 10 gennaio? «Nei primi mesi succedeva sì, ora meno. Ho pianto tanto, ma tornare a occuparmi delle cose belle della vita mi aiuta. Le mie crisi ce le ho ancora, vado dallo psicologo».

È diventata il simbolo delle donne che hanno subito violenza. Alcune le ha anche aiutate personalmente. Dove trova questa forza? «La mia forza è quella di Lucia Annibali, di William Pezzullo. Mi impegno affinché le cose cambino in Italia: chi va a denunciare le violenze e le minacce subite deve essere ascoltato, prima che accada il peggio. E se mai avrò una figlia, non voglio le capiti quello che è successo a me».

Da alcuni mesi ha un nuovo compagno, Allen Linares, conosciuto al Delfinario. Lei l’ha definito l’uomo della luce. «Molti uomini sarebbero fuggiti. Ci si lascia per cose molto meno gravi. Lui invece no, mi dà la carica e mi sostiene. Insieme a mia madre Gabriela, e al mio agente Mauro Catalini, è la persona più importante della mia vita».

E l’affetto della gente l’ha aiutata in questi primi mesi? «Molto. Stanno arrivando anche tante donazioni (il codice Iban è IT94U0628524227CC0648113567) senza dimenticare i primi rimborsi stanziati dalla Regione per aiutarmi con le spese, e l’impegno del Comune di Rimini».

Le bastano per pagare le cure che sta affrontando? «Per ora sono sufficienti, ma siamo solo all’inizio. Ma c’è stato anche un brutto episodio: una persona ha pagato le bollette di casa usando il conto a me intestato su cui versare le donazioni. Per fortuna l’abbiamo bloccato subito».

Oggi c’è una nuova udienza contro Edson Tavares, il suo ex accusato di averla sfregiata con l’acido. Lei ci sarà? «Certamente. Ho detto ai miei avvocati Fiorenzo e Alberto Alessi che, condizioni fisiche permettendo, non mancherò mai. Non voglio vendicarmi, voglio solo giustizia. Quella persona deve pagare per quello che mi ha fatto».