Gessica Notaro, Tavares condannato a 15 anni e 5 mesi in Appello

Riminese sfregiata con l'acido, la sentenza del processo. La vittima: "Sono contenta"

Gessica Notaro durante una pausa del processo d'Appello a Bologna (foto Ansa)

Gessica Notaro durante una pausa del processo d'Appello a Bologna (foto Ansa)

Rimini, 15 novembre 2018 - Quindici anni, cinque mesi e venti giorni. Questa la pena che dovrà scontare Edson Tavares, condannato dalla Corte di Appello di Bologna per aver aggredito con l'acido e perseguitato l'ex fidanzata, la showgirl riminese Gessica Notaro.

I giudici della prima sezione penale hanno letto la sentenza dopo quasi due ore di camera di consiglio. "Siamo più che soddisfatti, la mia squadra di avvocati ha fatto un ottimo lavoro, il pm anche. L'unica cosa è che la Corte è stata garantista nei confronti dell'imputato, però è giusto che sia così: sono le istituzioni a richiedere questo", ha commentato la vittima fuori dall'aula. "La Corte è stata anche abbastanza attenta e sensibile nei miei confronti - ha continuato Gessica Notaro - per farmi sentire a mio agio e protetta, l'ho apprezzato tanto".

Tuttavia, secondo l'ex finalista di Miss Italia, "sicuramente questo essere garantista nei confronti dell'imputato mi serve da spunto. E' nella lista nera delle cose da cambiare. Non lo trovo giusto. Garantista - ha precisato - nel senso che l'imputato ha moltissimo potere decisionale in aula e questo fa un po' rabbrividire. Non si capisce chi è la vittima e chi è l'imputato. Lo prendiamo come stimolo per lavorarci in futuro, a livello istituzionale". "E' incredibile - ha aggiunto riferendosi alla storia con Tavares - che possa finire così con una persona con cui hai dormito tre anni. Ma ha fatto tutto lui, se l'è cercata".

Nella sentenza i giudici hanno confermato i risarcimenti alle parti civili, e l'espulsione a fine pena per Edson Tavares. "Per il momento mi consola, poi vedremo, quando esce starò attenta, nonostante l'espulsione", ha detto la Notaro. Tra i due, entrambi presenti in aula al momento della lettura della sentenza, non ci sono stati momenti particolari di tensione. L'imputato era circondato, dal lato opposto dell'aula rispetto a Gessica, dagli agenti di polizia penitenziaria. Quando è stato portato via "si è girato apposta verso di me", ha raccontato lei.

Il sostituto procuratore Gianluca Chiapponi, al termine della requisitoria, aveva chiesto una condanna a 15 anni nei confronti del capoverdiano. Il rappresentante della pubblica accusa, infatti, voleva la conferma della pena di primo grado, dieci anni, per il reato più grave, cioè l'aggressione con l'acido, più un 'quantum' per lo stalking, considerandolo in continuazione.

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In appello, i due procedimenti, inizialmente separati, sono stati uniti. A Rimini, per gli atti persecutori, l'imputato aveva avuto una pena di otto anni.

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In aula Tavares aveva chiesto di celebrare il processo a porte chiuse. I giudici, inoltre, avevano confermato l'esclusione dalla lista delle parti civili del Comune di Rimini e della Regione Emilia- Romagna. I due enti erano già stati estromessi nella sentenza con cui il Gup di Rimini aveva condannato il 30enne capoverdiano a dieci anni per l'aggressione con l'acido.