Rimini, Gessica Notaro. "Non perdonerò Tavares, ha rovinato per sempre la mia vita"

La ragazza dopo la sentenza di condanna a 10 anni per averla sfregiata con l’acido: “Niente mi ripagherà dei danni che mi ha fatto”

Gessica Notaro

Gessica Notaro

Rimini, 21 ottobre 2017 - Dieci anni di reclusione per quell’aggressione a colpi di acido che ha cambiato, per sempre, la vita della bellissima Gessica Notaro. L’unico imputato, il capoverdiano Eddy Tavares, camicia bianca e pantaloni verdi, è in aula quando viene letta la sentenza. Dieci anni dietro le sbarre. Così ha stabilito ieri pomeriggio, nel processo con rito abbreviato, il gup Fiorella Casadei, che ha riconosciuto anche le aggravanti dei futili motivi, della premeditazione e della crudeltà. Il pm Marino Cerioni aveva chiesto 12 anni.

Tavares è stato condannato anche a un risarcimento provvisionale di 230mila euro per Gessica, inoltre il giudice ha ammesso come parte civile, con una provvisionale di mille euro, l’associazione Butterfly, che si batte contro la violenza e contro lo stalking e l’Ausl Romagna, mentre ha escluso il Comune di Rimini e la Regione. Una volta scontata la pena, Tavares sarà anche espulso dall’Italia. A sorpresa, al momento della lettura della sentenza, Gessica non era in aula. Ha preferito tornare a casa ad aspettarla, dopo aver preso parte a tutte le udienze dei due processi che hanno il suo ex fidanzato come imputato, quello per l’aggressione con l’acido e l’altro per stalking, che si concluderà giovedì prossimo. Gessica a quell’udienza, non ci sarà. «Per me in qualche modo oggi (ieri per chi legge, ndr) si è chiuso un capitolo. Ora preferisco dedicarmi alla mie passioni: i cavalli e la musica. Sto cercando di riprendermi la mia vita, tornare alla normalità».

I loro occhi anche ieri si sono incrociati più volte in aula. «Non lo odio, perché ci siamo voluti bene. Ma non lo perdonerò mai per tutto quello che mi ha fatto. Non ha mai chiesto scusa, non ho mai visto un segno di pentimento nei suoi occhi durante i processi. Anzi, è sempre stato molto aggressivo, soprattutto quando mi ha visto in aula con il mio attuale fidanzato Allen». Per Gessica, ora finalmente giustizia è fatta: «Tavares è stato riconosciuto colpevole, come ho sempre sostenuto dall’inizio. Nonostante in questi mesi non abbia mai voluto confessare e nonostante i suoi avvocati, anche con atteggiamenti molto discutibili, abbiano provato a dimostrare il contrario». Eppure, continua Gessica, «a Tavares non sembra importi molto di questa condanna». Nelle sue parole c’è tanta rabbia. «Lui passerà tanti anni in carcere, ma intanto è riuscito a rovinarmi per sempre la vita. Non c’è niente che mi ripaghi per i danni che mi ha causato. E non c’è notte che io non sogni Tavares mentre mi tira addosso l’acido o tenta di ammazzarmi. È un incubo che mi perseguita ogni notte, e ogni giorno. Quando torno a casa me lo vedo sempre sbucare da dietro un cespuglio».

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Per Tavares, dice ancora Gessica, «provo solo indifferenza. E tanta rabbia. La giustizia ha fatto il suo corso, è vero. Ma il punto è, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che serve più prevenzione oggi in Italia per le vittime di persecuzioni e violenze. Non si fa abbastanza per prevenire azioni del genere». Intanto Riccardo Luzi e Andrea Tura, difensori di Tavares, preannunciano già di voler ricorrere in appello, e di portare il caso anche davanti al Tribunale di Strasburgo.