Morta ex pattinatrice azzurra, il dolore del marito. "Lasciateci soli"

Lunedì l’autopsia su Giada Dall’Acqua, 28 anni, madre di una bimba di un anno e mezzo

Giada Dall'Acqua

Giada Dall'Acqua

Rimini, 13 ottobre 2018 - Solo l'autopsia disposta dall’Ausl potrà chiarire le cause della morte di Giada Dall’Acqua, 28 anni di San Giovanni, mamma di una bambina che ha un anno e mezzo, pattinatrice della ‘Pietas Julia’ di Misano, maglia azzurra in Coppa Europa. Mercoledì scorso, dopo pranzo, la ragazza è andata a riposarsi e non ha più aperto gli occhi. Una tragedia ancora inspiegabile. Nessun dubbio sulla morte naturale, ma resta da capire l’origine del male che ha spezzato la vita della giovane mamma. A dare l’allarme il marito quando è rientrato a casa e l’ha trovata priva di conoscenza sul divano. L’uomo ha dato subito l’allarme ma nonostante gli sforzi di rianimazione del personale del 118 non c’è stato nulla da fare. La notizia ha gettato nello sconcerto a San Giovanni, dove Giada abitava insieme al marito e a Misano, dove era cresciuta e dove aveva iniziato a muovere i primi passi nel mondo del pattinaggio artistico.

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Sconvolta la sua famiglia e il marito, il primo a trovarla: «Non riesco a dire nulla. Sono senza parole, mi dispiace. Chiediamo solo di essere lasciati soli».

Decine e decine i messaggi che nelle ultime ore hanno tappezzato le pagine dei social network. Sotto choc gli atleti e i dirigenti della Pietas Julia di Misano: «Una tragedia che ha colpito non solo la sua famiglia, ma tutti noi. Giada lascia la mamma, il marito e la figlia insieme a tutti noi che siamo stati per lei la» famiglia a rotelle. Appena avremo notizie circa la cerimonia funebre a cui parteciperemo in forma ufficiale con la squadra sospenderemo per lutto le attività in quella giornata».

Anche la Fisr (Federazione Italiana Sport Rotellistici) ha voluto ricordare Giada: «Un lutto grandissimo nel mondo del pattinaggio artistico. Aveva dedicato l’intera vita a questo sport raggiungendo l’alto livello e vestendo la maglia azzurra in diverse occasioni».

Quella delle morti improvvise è una tragedia che colpisce ogni hanno centinaia di persone anche nel Riminese, come spiega il professor Giancarlo Piovaccari, primario della Cardiologia di Rimini.

«Nel caso della ragazza bisogna attendere, chiaramente, l’autopsia. Anche perché è morta durante il riposo ma di giorno, cosa molto diversa da quello che accade di notte dove il riposo è molto più lungo e si possono verificare aritmie che possono portare alla morte – spiega il primario –. Questo può accadere dopo una cena troppo abbondante e un eccesso di alcolici, naturalmente ci deve essere una certa proponsione al disturbo. E’ quella che viene definita la sindroma di Brugata (una anomalia elettrica, ndr). Consideri che le morti improvvise sono oltre un centinaio ogni anno solo nella città di Rimini e molte di queste accadono durante il sonno».