Gli anarchici escono allo scoperto "Siamo noi gli autori del raid"

Auto della polizia in fiamme nel parcheggio della stazione. Sul web spunta una presunta rivendicazione

Gli anarchici escono allo scoperto  "Siamo noi gli autori del raid"
Gli anarchici escono allo scoperto "Siamo noi gli autori del raid"

"Intorno alle 5 del 20 aprile sono stati collocati dei piccoli artefatti incendiari in modo da dare alle fiamme due auto della polizia ferroviaria parcheggiate nella stazione di Rimini". Il messaggio è stato pubblicato il 25 aprile scorso su lanemesi.noblogs.org, sito di controinformazione in apparenza collegato alla galassia anarchica. Sulla presunta rivendicazione gli inquirenti che si stanno occupando del caso mantengono il massimo riserbo. Se la fonte dovesse tuttavia rivelarsi attendibile, verrebbe di fatto confermata l’ipotesi di un attentato di matrice anarchica, che aveva iniziato a farsi strada nelle ore immediatamente successive al raid incendario avvenuto all’alba di una settimana fa, quando le fiamme avevano avvolto e parzialmente danneggiato una Jeep Renegade e una Alfa Romeo con le insegne della polizia di Stato. Chiara la dinamica del blitz. La telecamera di sorveglianza del parcheggio ha infatti ripreso due individui incappucciati che si avvicinano alle auto posteggiate. Dopo aver tirato fuori qualcosa da alcune buste di plastica, li si vede armeggiare attorno alla parte anteriore dei veicoli, e poi fuggire rapidamente. Le indagini – affidate alla Digos con il coordinamento della Procura di Rimini – proseguono a spron batutto e fino a questo momento nessuna pista è stata esclusa.

Nel messaggio pubbicato sul web, i sedicenti anarchici spiegano il perché del loro gesto. "Si è scelto di attaccare con il fuoco la polizia ferroviaria" in quanto "addetta all’infame compito della salvaguardia della sicurezza in ambito ferroviario. Il loro ruolo di guardiani dei cosiddetti confini di stato ha rappresentato un motivo in più per fargli visita proprio sotto casa loro. Infatti il costante monitoraggio che la polfer agisce su presunte persone senza documenti rappresenta un serio ostacolo per chi vuole muoversi liberamente". La rivendicazione prosegue con un riferimento a Mónica Caballero e Francisco Solar, anarchici cileni a processo nel loro Paese per diversi attacchi, ed al "compagno Alfredo Cospito, che da poco ha interrotto uno sciopero della fame durato 6 mesi contro il 41 bis ed il carcere ostativo. Forza compagno la lotta continua". Quindi vengono citati gli ex brigatisti Roberto Morandi, Marco Mezzasalma e Nadia Desdemona Lioce, condannati per l’omicidio di Marco Biagi.

Lorenzo Muccioli