"Gli hotel diventino botteghe storiche"

Claudio Montanari, presidente dell’Osservatorio di Federalberghi, lancia un appello alla Regione: "Piccolo è piacevole"

"Gli hotel diventino botteghe storiche"
"Gli hotel diventino botteghe storiche"

L’hotel deve diventare una bottega storica. L’idea, seguita dall’appello alla Regione affinché modifichi il regolamento sulle botteghe storiche inserendo anche le strutture alberghiere, arriva dal responsabile dell’Osservatorio di Federalberghi, Claudio Montanari. Cosa c’entra un albergo con una ferramenta? Poco o nulla, ma per Montanari lo status di bottega storica sarebbe molto importante per le attività che potrebbero fregiarsene. "Non ne voglio fare un discorso nostalgico su quanto erano belle le vacanze nelle estati di una volta. Sarebbe sbagliato. L’innovazione in questo settore è necessaria. Devono quindi esserci strutture grandi, anche accorpamenti per offrire servizi di livello internazionale. Ma credo anche che la peculiarità del nostro modello di ospitalità, di hotel che non possono offrire servizi come riescono a fare grandi catene o strutture, possa comunque raccontare una vita e una accoglienza che ci contraddistingue rispetto ad altre località".

La logica di Montanari non si riduce al ‘piccolo ma bello’. Semmai piccolo è particolare, unico e piacevole. Insomma una vacanza che ti ricordi per le persone e l’esperienza che hai vissuto. Di questo albergatori e amministratori locali ne parlano da sempre. Basta dare l’avvio e parte il monologo sull’ospitalità romagnola e quanto erano belli e significativi i bei tempi. Ora, al netto del pericolo di fermarsi all’aspetto nostalgico, "da evitare perché parliamo di strutture che devono garantire uno standard qualitativo", lo status di Bottega storica potrebbe essere un riconoscimento da far valere anche fuori confine.

"Se siamo noi albergatori a dire che la nostra esperienze ha caratteristiche uniche, la cosa vale fino a un certo punto. Ma se è un ente come la Regione a certificare la peculiarità di una struttura con mezzo secolo di attività, allora le cose cambiano. Andrebbero trovati criteri adatti per le valutazioni. Credo che la cosa sia interessante non solo per i clienti, inclusi quelli stranieri, che vogliono vivere il racconto di un luogo e conoscerne le persone, e anche per il territorio che avrebbe un modo in più per presentarsi e valorizzare le proprie eccellenze. In fondo noi lo sappiamo: lo spirito romagnolo c’è, perché non riconoscerlo ufficialmente?".

L’idea è quella di valorizzare un qualcosa di immateriale, l’ospitalità e la capacità di accogliere i turisti, attraverso alberghi mutati nel corso dei decenni, ma in fondo rimasti fedeli all’essenza del turismo romagnolo. "Il nostro territorio ha un patrimonio: la grande autenticità. Credo che vada raccontata anche in questo modo. Tutti quanti ne avremmo un ritorno importante".

Andrea Oliva