Green pass per badanti e colf: a Rimini in 7mila senza

L’obbligo di certificazione scatterà anche per i lavoratori domestici, in maggior parte donne straniere: i non immunizzati sono uno su due

A Rimini sono impegnati circa 14mila assistenti familiari (foto di repertorio)

A Rimini sono impegnati circa 14mila assistenti familiari (foto di repertorio)

Rimini, 21 settembre 2021 - Green pass obbligatorio per badanti, colf e baby sitter. Lo ha precisato il ministro Andrea Orlando: "Le abitazioni sono considerate luogo di lavoro e la certificazione è richiesta". Ecco che anche gli assistenti familiari dovranno adeguarsi alla misura che scatterà il prossimo 15 ottobre. Un cambiamento che potrebbe generare non poche difficoltà, numeri alla mano: si stima che siano 7mila i lavoratori domestici non vaccinati nel Riminese. Assindatcolf, l’associazione che rappresenta i datori di lavoro del settore, ha stimato sulla base delle richieste e delle segnalazioni degli stessi associati che la quota di assistenti familiari non ancora vaccinati possa arrivare fino al 50% a livello nazionale.

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Uno su due, dunque. I dati Inps rivelano che in Emilia Romagna i lavoratori domestici sono poco più di 80mila (anno 2020): di questi, 5.627 sono a Rimini. Ma il dato non è ‘definitivo’, perché tiene conto solo dei rapporti di lavoro regolari. Vanno aggiunti i rapporti non regolamentati, la cui quota nel comparto domestico è alta: si parla di sei lavoratori su dieci senza contratto. Proiettando tale dato sul territorio riminese, emerge che la reale platea di assistenti familiari supera le 14mila unità. Di qui la stima di 7mila lavoratori, badanti e colf soprattutto, non vaccinati. "L’estensione dell’obbligo del Green pass anche al comparto domestico – osserva Andrea Zini, presidente di Assindatcolf – è una scelta giusta e coerente con il percorso che ha intrapreso il governo, a cui da mesi chiediamo di varare un provvedimento che includa anche colf, badanti e baby sitter. Solo con il Green pass possiamo tutelare veramente le persone fragili, la casa, la famiglia ed i lavoratori stessi".

Una questione di sicurezza prima tutto. Ma non solo. L’obbligo potrebbe anche favorire l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari spingendo famiglie e assistenti a regolarizzare il rapporto stesso. "È quello che ci auguriamo" puntualizza Zini. I lavoratori domestici sono in maggior parte stranieri (63mila su 80mila in Emilia Romagna, molti dall’Est Europa) e soprattutto donne. "L’estensione dell’obbligo – osserva Zini – può fare in modo che molte persone corrano a vaccinarsi, per non perdere il lavoro. C’è chi non l’ha fatto o per scelta o per non aver compreso completamente lo scenario italiano, oppure chi si è andato a vaccinare nel proprio Paese di origine. Ora è tutto chiaro, inequivocabile: per lavorare c’è bisogno di essere vaccinati".

Le famiglie – molte delle quali temoni disagi, perché il rischio di trovarsi senza colf o badante è concreto – dovranno controllare, per non incorrere in sanzioni. "Ma mi sento di trasmettere tranquillità – conclude il presidente di Assindatcolf – perché il meccanismo di controllo è abbastanza semplice: basta verificare che il Green pass dell’assistente familiare sia in corso di validità. Lo si può fare anche verificando la certificazione cartacea".

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