Green pass obbligatorio al lavoro: "Caos in fabbrica"

Rimini, il grido d’allarme del segretario generale Fiom Cgil, Daniele Baiesi, in vista del 15 ottobre: "Migliaia di lavoratori senza certificazione"

Il segretario generale Fiom Cgil, Daniele Baiesi, a destra un operaio in fabbrica

Il segretario generale Fiom Cgil, Daniele Baiesi, a destra un operaio in fabbrica

Rimini, 10 ottobre 2021 - Green pass obbligatorio dal 15 ottobre nei luoghi di lavoro. Qual è la situazione del comparto produttivo Riminese? "Sono molto preoccupato, credo che venerdì ci saranno molte difficoltà", attacca Daniele Baiesi, segretario generale Fiom Cgil, l’organizzazione di categoria dei metalmeccanici, che in provincia conta 2.700 iscritti.

Green pass obbligatorio al lavoro: "Caos in fabbrica"

Green pass obbligatorio: dove serve e dove no. Domande e risposte - Proroga Green pass, accordo vicino  Che tipo di preoccupazione? "Ho cercato con tante aziende, anche le più importanti del territorio, di mettere al centro della discussione la questione del Green pass obbligatorio". Risultato? "Mi sono trovato di fronte spesso a un atteggiamento rigido". Il sindacato chiede da tempo, anche a livello nazionale, che il Green pass sia a carico dei datori di lavoro, o dello Stato. "Una richiesta che sinora è sempre stata rigettata. Mi pare che ci sia una sottovalutazione del fenomeno, che non sia stato considerata pienamente l’impatto sull’organizzazione del lavoro. Ci sono lavoratori nel settore della produzione, del commerciale, dell’amminsitrativo, che si possono stimare in alcune migliaia a livello provinciale comprendendo tutti i comparti, che non hanno fatto la vaccinazione. E hanno una oggettiva difficoltà a sottoporsi a un tampone ogni 48 ore. Per questo noi torniamo a chiedere che le aziende si facciano carico del costo dei tamponi". Nel Riminese gli occupati sono 141mila, di cui 103mila dipendenti. Qual è il rischio? "Se si ferma o rallenta la produzione, la ricaduta è su tutta l’economia provinciale. Il 15 ottobre è un collo di bottiglia pesante". Cioè? "Il rischio è che quel giorno ci sia una situazione di caos, con persone vaccinate che lavorano con non vaccinate, controlli di difficile attuazione, soprattutto nelle aziende più piccole, fornitori che vengono da fuori che dovrebbero a loro volta essere controllati per il Green pass quando arrivano col camion. E che in un territorio con alta percentuale di ’infortuni in itinere’ i lavoratori doranno correre come pazzi in auto per fare tamponi last second. Oltre a certe ’spinte’ che stanno circolando in questi giorni". Quali spinte? "Stanno girando a Rimini indicazioni ai lavoratori affinché quel giorno entrino sul luogo di lavoro indipendentemente dal Green pass". Voi cosa dite? "Assolutamente no! La responsabilità cade sul lavoratore. Ma serve un atteggiamento responsabile da parte di tutti. Il mondo non finisce il 15 ottobre. E il Green pass, che lo si ottenga con la vaccinazione o il tampone, è una garanzia sociale fondamentale per tutti". Il governatore del Veneto, Zaia, ha lanciato l’allarme lavoro chiedendo di estendere da 48 a 72 ore la validità dei tamponi, e l’ok al tampone fai-da-te in azienda... "L’allarme ci sta tutto. Quanto a 72 ore o fai-da-te è il ministero della Salute a dover valutare".

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