Rimini, hotel chiuso ai turisti russi: "Via chi è pro Putin"

L'imprenditore Mauro Santinato chiude le porte ai russi che sostengono il presidente e chiede all’Associazione albergatori di fare lo stesso

Mauro Santinato (a destra) con un suo cliente all’hotel Demo

Mauro Santinato (a destra) con un suo cliente all’hotel Demo

Rimini, 1 marzo 2022 - "Il mio albergo da oggi è vietato ai turisti russi che condividono la politica di Putin". La presa di posizione è Mauro Santinato, presidente di Teamwork, esperto di turismo e marketing e (da ottobre) anche albergatore. Santinato ha vinto la sua personalissima sfida trasformando un vecchio albergo diroccato nel nuovo hotel Demo nella zona della ‘barafonda’ di San Giuliano, progettato da 14 studi di architettura.

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Ha aperto soltanto la scorsa estate e già comincia a ’scartare’ i clienti? "Il mio vuole essere un gesto simbolico, ho voluto prendere una posizione contro la guerra. Non faccio politica. Non entro nel merito della storia trascorsa tra Russia e Ucraina, di chi abbia torto o ragione".

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Ma? "Di fronte alla tirannia e alla dittatura non mi resta altro da fare che manifestare in qualche maniera la mia totale disapprovazione. Nel 2022 non si possono avere carri armati che sparano su una capitale europea, su militari e civili, nè aerei che bombardano".

Chiudere un hotel di Rimini ai turisti russi filogovernativi crede possa incidere? "Se tutti gli alberghi del mondo mettessero al bando i turisti russi filo Putin di certo sarebbe una forma di pressione aggiuntiva nei confronti di queste scelte scellerate. Io non posso certamente imbracciare un kalashnikov. Ma quel che posso fare, lo faccio".

Sono scattate diverse misure ben più pesanti nei confronti degli oligarchi e della Russia. "Appunto. A quelle più importanti ci pensano governi e Unione europea. Ma vedo che si muove il mondo dell’arte, della musica, il mondo sportivo che tra l’altro ha cancellato il Gran Premio di Formula Uno a Soci, spostato la finale di Campions da San Pietroburgo a Parigi. Credo che ciascuno debba fare quello che può, di fronte a questa tragedia folle. Se le grandi istituzioni emanano sanzioni importanti, anche noi privati dobbiamo fare qualcosa, perché no?".

Estende l’invito ai colleghi? "Assolutamente sì. Mi auguro che anche altri albergatori riminesi facciano lo stesso. E mi piacerebbe che la stessa Associazione albergatori prendesse posizione in maniera forte a riguardo".

Qualcuno potrebbe osservare: tanta fatica per riportare i turisti russi in Riviera dopo la pandemia aveva quasi azzerato le loro presenze, e ora chiudiamo le porte? "Non è che non voglio i turisti russi. E tra l’altro non tutti i russi sono per la guerra, come dimostrano le migliaia di manifestanti arrestati. In questo momento però non c’è posto per i sostenitori di Putin. E’ un messaggio legato a questa contingenza".

Comunque di russi in questo periodo se ne vedono pochini, per non dire nessuno. "Il mio vuole essere un gesto simbolico. Di solidarietà verso il popolo ucraino. Sarebbe bello non restasse isolato".

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