Truffa Hotel Gobbi a Rimini, scatta la chiusura

L'intervento della polizia locale e di Stato nell'hotel delle polemiche per i clienti truffati. Tensione con una dipendente che si sarebbe barricata dentro

Rimini, 12 agosto 2022 – Sigilli all'Hotel Gobbi. E gli ospiti ricollocati in altre strutture alberghiere di Rimini. E' stata data esecuzione stamattina all’ordinanza di chiusura da parte del Comune dell’hotel Gobbi di viale Siracusa a Marebello, albergo finito al centro della bufera per le centinaia di clienti truffati che hanno perso il loro soggiorno (si erano visti rifiutare la camera dopo averla pagata). Sono intervenute diverse pattuglie della polizia locale, con il supporto della Polizia di Stato, e gli agenti schierati che hanno fatto scendere gli ospiti dalle loro stanze d'hotel.

Aggiornamento Truffa hotel Rimini: com'è andato lo sgombero, ospiti via tra polemiche e tensioni

Il blitz all'hotel Gobbi
Il blitz all'hotel Gobbi

I clienti sono poi stati fatti salire su alcuni pulmini e sono stati ricollocati (gratuitamente) in altre strutture alberghiere di Rimini. Non sono mancati momenti di tensione, perché pare che una dipendente si sia barricata dentro una camera e i vigili del fuoco abbiano dovuto scardinare l’ingresso per portarla via.

La rabbia dei clienti: "Non rivedremo più i nostri soldi"

Peraltro alcuni clienti non volevano andarsene. "Ho pagato tutto per intero, 2.450 euro. La caparra era di 700 euro", racconta Emanuele, arrivato da Milano con la moglie e una bambina piccola. Hanno deciso a malincuore di lasciare il due stelle che avevano prenotato per tutto il mese di agosto. "Non avevamo prenotato a occhi chiusi. Eravamo venuti quattro giorni a giugno a vedere la struttura e ci sembrava tutto a posto, la colazione era abbondante, le camere pulite", spiega la moglie. I problemi, come si legge dalle recensioni online, sono cominciati a luglio quando decine di utenti hanno cominciato a parlare di ''truffa'.

Tra i clienti che hanno accettato il trasferimento resta il rammarico per avere pagato caparre che probabilmente non rivedranno più. Una signora, proveniente anche lei da Milano, viene accompagnata in pulmino verso un hotel a un chilometro di distanza. "Ci hanno alloggiato là fino a domenica perché avremmo dovuto finire la nostra vacanza il 14", spiega. "Avevamo prenotato per tre stanze, ma ce n'erano solo due. Abbiamo versato una caparra di 600 euro. All'arrivo abbiamo dato 500 euro cash. All'uscita avremmo dovuto saldare 280". Il tutto per una settimana. Un nonno, proveniente da Pordenone, ha pagato la stanza 1.800 euro. "Non rivedrò più niente", dice rammaricato prima di essere trasferito anche lui in un'altra struttura.

Secondo le associazioni dei consumatori, il danno economico causato dall’hotel Gobbi – tra fornitori non pagati e clienti rimasti senza alloggio pur avendo già versato una caparra – ammonterebbe a circa 800mila euro.

Il Comune di Rimini: "Valutiamo di costituirci parte civile"

"Ringraziamo la Polizia locale, le Forze dell'Ordine, Prefetto e Questore per la collaborazione e l'azione congiunta portata avanti per gestire questa situazione delicata- è il commento dell'amministrazione comunale di Rimini- e ringraziamo l'impegno, il senso di responsabilità e il servizio a favore della comunità riminese svolto dall'Associazione albergatori e da Visit Rimini che in collaborazione con l'amministrazione si sono fatti carico di trasferire gli incolpevoli ospiti in altre strutture della città. Un atto di generosità e di amore che ben rappresenta l'imprenditoria sana e il senso diffuso di ospitalità, da sempre caratteristiche vincenti e uniche dell'offerta turistica di questo territorio".

Il Comune rimarca che quello dell'hotel Gobbi resta uno dei "singoli casi di gestioni fuori da ogni legge e da ogni contesto civile che, al di là delle azioni giudiziarie che sicuramente provvederà ad avanzare individualmente ognuna delle persone che ha subito il raggiro, vedrà attentamente il Comune di Rimini valutare la possibilità di costituirsi parte civile contro i responsabili di questa vicenda, a tutela degli ospiti, del buon nome della città e di tutta l'imprenditoria responsabile".