Hotel low cost Rimini, 12 euro mezza pensione

La presidente degli albergatori lancia un appello ai turisti: "Boicottate offerte indecenti"

Rimini, hotel low cost. Anche 12 euro una mezza pensione

Rimini, hotel low cost. Anche 12 euro una mezza pensione

Rimini, 3 aprile 2019 - Dodici euro al giorno per il trattamento di mezza pensione in un bel tre stelle cittadino. L’ennesima ‘offerta indecente’ arrivata via mail da una nota agenzia viaggi della provincia fa imbufalire l’albergatore.

‘Chiediamo disponibilità – recita la email incriminata – per un gruppo di 23 studenti tedeschi, dal 20 al 24 maggio, a mezza pensione e colazione rinforzata’. «Ditemi voi se si può lavorare con questi prezzi – sbotta l’interessato – specie chi deve pagare anche un affitto salato. Mi chiedo come facciano a far quadrare i conti gli albergatori che accettano proposte di questo tenore. Non si può andare avanti così».

Il tema è annoso, e resta irrisolto. Ma questa volta la presidente dell’Aia Rimini, Patrizia Rinaldis, parte al contrattacco: «Questa è la classica goccia – commenta – e visto che di email con proposte scandalose di questo tenore ne stanno arrivando tutti i giorni ai nostri associati, partiremo con una campagna a tappeto rivolta ai turisti». Quali i contenuti della campagna anti offertacce low cost?

«In accordo con Federalberghi regionale e nazionale – spiega Rinaldis – stiamo lavorando per definire un breve testo che invieremo alle agenzie turistiche e ai tour operator, anche quelle locali, che sono tra le principali protagoniste dell’abbassamento dei prezzi e dequalificazione della nostra offerta. Invieremo loro migliaia di mail con scritto ‘Vergognatevi’, ‘Basta’, ‘Noi valiamo di più’». Insomma, un format di risposta predefinito.

L’Aia di Rimini metterà nel mirino anche le agenzie specializzate in turismo scolastico, quello delle gite, anch’esse spesso in prima fila quanto a offerte indecenti. Ma la campagna anti-svendite che sta organizzando l’Associazione albergatori mira anche ad arrivare alle famiglie.

«Ai genitori che intendono mandare in gita o in vacanza i figli diremo chiaro e tondo – continua Rinaldis –: ‘Non mandate i vostri figli negli hotel dove vi chiedono di pagare dodici euro al giorno per la mezza pensione’». Il motivo è presto spiegato: «A quelle condizioni non è materialmente possibile garantire qualità dell’offerta turistica e la necessaria trasparenza».

L’Aia non si spinge più in là, ma il riferimento sembra essere alle strutture turistiche non in regola con imposta di soggiorno e altri balzelli comunali. Ad esempio, in arretrato con il pagamento della Tari, la tassa rifiuti, a fine 2018 risultavano esserci 348 alberghi per 2.109.000 euro da versare (insieme a 255 bar per 400.000 euro, 149 ristoranti per 600.000 euro, in totale 752 utenti per una evasione complessiva di 3.109.000 eur).

«Chi fa pagare 12 euro i turisti non so se può retribuire correttamente il personale», osserva l’Aia. Qualche anno fa l’Associazione albergatori chiese alle autorità preposte un giro di vito sulle strutture che lavorano sottocosto: «Controlli che torniamo a chiedere – aggiunge la presidente – noi le segnalazioni continueremo a farle; ma vanno fatti anche sulle agenzie turistiche che propongono queste cifre, 12, 14 ma anche 20 euro. Anche gli ospiti che pagano poco pretendono comunque un servizio decoroso, e se non arriva piovono recensioni devastanti e ne risente l’immagine dell’intera riviera. Compreso quell’80% di operatori che lavorano con impegno e fatica riqualificando le loro strutture, rinnovandosi come l’intero nostro territorio, che punta alla qualità nonostante queste persone».