"Stiamo vivendo una profonda ingiustizia sociale". E’ l’ennesimo grido di allarme che lanciano i bagnini, da anni in attesa di chiarezza sulle concessioni delle spiagge. La particolarità di quest’ultimo appello, lanciato dal presidente nazionale di Confartigianato Imprese Demaniali, Mauro Vanni, sta tutta nell’interlocutore cui è rivolta. Ovvero, il cardinale Matteo Mattia Zuppi, arcivescovo di Bologna, presidente della Conferenza episcopale italiana. Con Vanni, diacono della Diocesi di Rimini, anche Amilcare Renzi, segretario di Confartigianato Emilia-Romagna e Gianluca Capriotti, segretario Confartigianato Rimini. "Ho chiesto questo incontro con il cardinale Zuppi – spiega Vanni – per sensibilizzare la Chiesa emiliano romagnola e nazionale su un tema, quello dei balneari, che avrà un grande risvolto di carattere sociale, in seguito alle aste e ai bandi a livello attesi entro fine anno per la futura gestione degli stabilimenti. Nel confronto con monsignor Zuppi abbiamo fatto presente i grandi cambiamenti all’orizzonte, che ad oggi rischiano di essere tutti a discapito delle piccole e medie imprese a favore dei grandi gruppi e dei grandi investitori che si presenteranno a queste aste con una potenza economica impari. Noi crediamo che questa vicenda entri di diritto nell’ambito di quelli che sono i temi della Pastorale sociale della Chiesa, che guarda con profonda attenzione ai territori e alle forme di imprenditoria minore, cooperativa e artigiana. C’è una parte di Europa che progetta questo cambiamento senza tenere conto delle peculiarità e degli aspetti valoriali dell’impresa familiare e più in generale della micro, piccola e media impresa, rischiando di trasformare un modello vincente come quello italiano, caratterizzato da oltre il 90% di Piccole e medie imprese, in un modello dove vincono i grandi gruppi industriali, i fondi di investimento o comunque i grandi investitori".
"Manca poco alla fine del 2024, termine ultimo per avviare i bandi per la gestione delle concessioni e le gare: se non cambierà nulla, saranno a favore di chi avrà più capacità di investimento, elemento profondamente discriminatorio nei confronti di una categoria che ha ben operato e che ha creato il made in Italy dell’accoglienza balneare". Poi i rischi futuri: "oggi a pagare saranno i balneari, ma domani toccherà a qualcun altro del mondo artigiano con effetti devastanti su un sistema come quello italiano che è famoso per le sue peculiarità di innovazione, di genialità, di qualità date dall’estro, dal saper fare e dalla fantasia del piccolo artigiano o del piccolo imprenditore, rischiando di distruggere quello che è un patrimonio nazionale". Altro tema sollevato nell’incontro è quello "di una profonda ingiustizia sociale, perché rischiamo di venire liquidati dopo anni di duro lavoro. Ci sono famiglie che hanno investito tutti i loro averi e domani rischiano di trovarsi in mezzo alla strada perché qualcuno più potente li mette fuori mercato e si accaparra un’impresa che ha decine di anni di storia, fatta crescere con sacrifici e tante risorse. Questo non è giusto e chi viene espropriato del proprio lavoro sarà un problema sociale del quale lo Stato dovrà farsi carico". Allerta anche per i clienti: "Adesso c’è una frammentazione del mercato che garantisce una concorrenza per cui a un prezzo accettabile si ottengono determinati servizi. Domani in un regime di monopolio i prezzi lieviteranno o caleranno i servizi e la loro qualità".
Mario Gradara