"I dottori indagati rischiano la radiazione"

Dura condanna del presidente dell’Ordine, Maurizio Grossi: "Uno schiaffo in faccia alle 160mila vittime del Covid"

Migration

"Uno schiaffo alle oltre 160mila vittime della pandemia e a tutti gli operatori sanitari che dall’inizio dell’emergenza si sono battuti per promuovere la campagna vaccinale". È una condanna durissima quella che arriva da Maurizio Grossi, presidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Rimini, che commenta a caldo le notizie riguardanti l’inchiesta su un giro di Green pass falsi che ha travolto 28 persone, inclusi 8 sanitari (uno dei quali finito agli arresti domiciliari).

"Al di là dell’aspetto penale, sul quale saranno gli inquirenti a dover compiere i necessari approfondimenti – premette Grossi – le indagini portate avanti fino a questo momento delineano un comportamento inaccettabile, tanto da un punto di vista deontologico quanto dal punto di vista etico. Per il momento non intendo esprimere giudizi, ma se fosse vero che altri medici si sono rivolti all’indagato per ottenere falsi Green pass ed eludere così l’obbligo vaccinale, sarebbero di fatti venuti meno al patto di fiducia e ai loro doveri nei confronti del paziente. Una situazione che non possiamo tollerare e che, se venisse confermata, merita una nostra ferma presa di posizione". I professionisti coinvolti nell’indagine (oltre a Bonato, che avrebbe attestato l’avvenuta vaccinazione dietro il pagamento di un compenso, ci sono altri sette sanitari che si sarebbero rivolti a lui) rischiano ora di non poter esercitare mai più.

"Non appena ci saranno comunicati ufficialmente i nominativi da parte della Procura – prosegue Grossi – avvieremo in maniera rapida tutte le procedure valutative al fine di adottare i necessari provvedimenti, che vanno dalla sospensione fino ad arrivare alla radiazione dall’albo, nel caso in cui l’impianto accusatorio dovesse trovare conferme in una successiva fase".

"La Direzione Generale di Ausl e l’Ordine dei Medici della provincia di Rimini – si legge in una nota congiunta – esprimono lo sdegno più profondo e grande amarezza per la riprovevole vicenda che – se confermata – oltre agli evidenti reati configura anche pesanti risvolti di natura etica e deontologica. Al contempo rivolgono grande apprezzamento al lavoro puntuale e tempestivo svolto al riguardo dai Nas, dal comando provinciale dei Carabinieri di Rimini e dalla Procura della Repubblica di Rimini". "In base all’attività di monitoraggio costante sull’attività vaccinale contro il Sars Cov 2 – prosegue il comunicato congiunto – anche a seguito di segnalazioni veicolate dall’Ordine dei Medici di Rimini, l’Azienda Usl, attraverso i suoi servizi di cure primarie e sanità pubblica di Rimini, ha immediatamente provveduto a segnalare al comando Provinciale dei carabinieri di Rimini alcune anomalie riscontrate a carico del medico in convenzione e assicurato, da subito tutta la collaborazione in merito alle informazioni e dati, successivamente da loro richiesti". "La direzione generale di Ausl Romagna e l’Ordine dei Medici della provincia di Rimini – è la conclusione – rimangono a disposizione degli Organi Inquirenti per provvedere all’emissione dei successivi atti a seguito dell’inchiesta in corso".

Lorenzo Muccioli