I genitori spediscono la mascherina al ministro

Gesto di protesta e un dossier spedito dal comitato riminese "Nelle scuole europee non le mette più nessuno. Siamo rimasti i soli"

Migration

Resta in vigore l’obbligo di indossare le mescherine nelle scuole

I genitori si sono stancati delle mascherine a scuola. Per contestare la mancata decisione del governo di inserire anche la scuola tra le attività che dal primo maggio saranno ‘libere’, hanno inviato al Miur una mascherina e un dossier di 9 pagine con tanto di bibliografia scientifica "che racchiude l’invito di dare credito alla scienza". Perché nei ristoranti da domenica la mascherina sarà un ricordo e un classe rimarrà? Ma soprattutto, "siamo ormai gli unici in Europa e fuori dall’Europa a pretendere l’utilizzo delle mascherine dentro la scuola. Questo deve far riflettere" dice Stefania Montebelli, riminese e presidente del comitato Per la scuola in presenza-Ragazzi a scuola di Rimini, e di altri sei comitati in regione aderenti alla Rete nazionale scuola in presenza.

"Dopo che anche il Portogallo ha fatto decadere l’obbligo, gli studenti italiani rimangono gli unici a dover mettere la mascherina a scuola: è ragionevole?".

I comitati già l’8 aprile scorso avevano scritto ai ministri, Speranza alla Salute, Bianchi alla Scuola, ed anche Bonetti e Giorgetti, oltre al presidente Draghi, per sottolineare come l’obbligo delle mascherine fosse una peculiarità italiana.

"All’inizio di aprile vigeva solo in Portogallo e in Grecia mentre in Francia e in Belgio la mascherina in classe è stata resa obbligatoria solo per periodi molto limitati. Ora anche il Portogallo ha lasciato cadere l’obbligo. Io stessa ho constatato personalmente nei giorni scorsi come nemmeno nella metropolitana londinese, per bambini e ragazzi, ci sia obbligo di mascherina. Addirittura non è mai stata utilizzata in posizione statica a scuola in Olanda, Svizzera, Austria, Svezia, Finlandia, Danimarca, Norvegia, Regno Unito e parte della Germania. In Spagna, la Catalogna ha eliminato l’obbligo dal 21 aprile scorso". Ma in Italia si va avanti così, con bambini e ragazzini che non possono ancora guardarsi in viso. "Psicologi e medici hanno ribadito più volte e con dati, le conseguenze dannose di questo obbligo perpetrato, come disturbi dell’ansia, dell’alimentazione, del sonno, disturbi psichiatrici, autolesionismo e a ‘ideazione suicidiaria’, che è la causa più importante dell’incremento esponenziale dei ricoveri nei reparti di neuropsichiatria, dove peraltro non ci sono spazi a sufficienza nemmeno per far fronte ad una domanda più che modesta. Il ritorno alla normalità è drammaticamente urgente, di cos’altro abbiamo bisogno per convincerci?".

Insomma, per i genitori del comitato tornare alla normalità significa anche affrontare queste emergenze comportamentali, considerandole urgenti, e non continuare a concentrarsi solo sul Covid. "Ribadiamo che l’Oms non ha mai raccomandato l’uso generalizzato di mascherine".

Andrea Oliva