
S’inasprisce la dura convivenza tra lupo e uomo in Valmarecchia. Nello specifico, a temere di più il crescente presidio di branchi nella zona collinare del territorio sono gli allevatori, che troppo spesso si vedono il proprio bestiame divenire facile preda degli animali selvatici. Così come è stato per un vitello, vittima dell’ultimo attacco di sabato scorso, quando all’azienda agricola Pratiffi di Sant’Agata Feltria i lupi hanno ucciso e sbranato un vitello al pascolo.
"I dati confermano che il lupo, ormai, non è più in pericolo – spiega il Presidente di Coldiretti Rimini Guido Cardelli Masini Palazzi all’indomani dell’attacco – è arrivato il momento che le istituzioni si impegnino a definire un Piano nazionale che prenda spunto dalle misure poste in essere da altri paesi Ue per la difesa degli agricoltori e degli animali allevati dagli attacchi del lupo. Il rischio vero oggi è la scomparsa della presenza dell’uomo nelle montagne e nelle aree interne per l’abbandono delle famiglie e anche di tanti giovani che faticosamente hanno deciso di continuare il lavoro dei genitori o che sono ritornati per una scelta di vita importante per ripristinare la biodiversità perduta con il recupero delle storiche razze italiane di bovini, capre e pecore".
Lupi, così come i cinghiali, infatti, secondo la Coldiretti fanno il paio alle criticità che stanno mettendo già in difficoltà il settore dell’agricoltura e allevamento. "I lupi – prosegue il Direttore Corsini – inseguono le loro prede rappresentate principalmente dai cinghiali che per difendersi si concentrano in folti gruppi che si spingono verso zone, anche in pianura, dove ci sono attività zootecniche e agricole. Inoltre i lupi – conclude Corsini – se trovano prede più facili come ovini e bovini, ovviamente predilogono queste ultime; mettendo in moto un circolo vizioso alla fine del quale a rimetterci è sempre e solo l’agricoltore". L’eccessiva presenza di lupi, dunque, va a penalizzare gli allevamenti bovini e ovini più virtuosi, ovvero: "quelli che hanno scelto il pascolo allo stato semi brado salvaguardando l’ambiente e il benessere animale – aggiunge il Vice Direttore di Coldiretti Rimini Giorgio Ricci – ed è necessario e non procrastinabile un censimento della specie, ponendo in essere ogni utile azione per individuare e tutelare il ‘vero’ lupo distinguendolo dagli ibridi o dai cani inselvatichiti". "In gioco – riflette il Presidente Cardelli Masini Palazzi – non ci sono soltanto la sicurezza del bestiame e il lavoro agricolo: potrebbe esserlo anche l’incolumità dell’uomo".