I matrimoni sono in crisi? Le feste diventano cinque

Il settore duramente colpito dell’epidemia tenta di salvare l’anno. I consigli delle wedding planner per non rinunciare al giorno più bello

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di Mario Gradara

Matrimoni col freno a mano: il piatto piange, e col tetto di 30 invitati previsto dal governo le imprese del settore rischiano il tracollo. E i promessi sposi di replicare l’odissea manzoniana di Renzo e Lucia. Insomma, fiori d’arancio sempre più appassiti anche a Rimini. "Le aziende erano già in ginocchio – attacca Stefania Zavatta, wedding & event planning – per le rigide restrizioni dopo il lockdown, tra mascherine e numero chiuso in chiesa, balli vietati e distanziamenti al ristorante, il calo stimato è vicino al 70-80 per cento. Ora con il limite dei trenta ospiti rischia il tracollo". Non solo per chi organizza eventi ma anche per tantissime piccole aziende della filiera, come studi fotografici e video, truccatori, parrucchieri, negozi di abbigliamento specializzati, catering, fioristi, dj, musicisti. "La stagione classica dei matrimoni – prosegue – per quest’anno è praticamente terminata e se finora si vedeva la primavera come data possibile, ora anche la prima parte del 2021 è considerata potenzialmente a rischio. Quel che penso di proporre ai futuri sposi è di spalmare la festa in più giorni: hai 150 invitati? Facciamo cinque feste, una per sera. Sicuramente non chiederò agli sposi di ripetere il ’fatidico sì’, per non incorrere in qualche eventuale sorpresa".

"Qualche cerimonia nuziale si è fatta in estate, soprattutto in luoghi dove potevi stare all’aperto, una boccata d’ossigeno per il nostro settore, che attraversa un brutto momento, è a terra, come tutto ciò che riguarda lo spettacolo – fa eco Patrizia Gallo, titolare della Events and Weddings –. A settembre invece poche nozze. Questo è periodo dei cosiddetti ’wedding day’, le fiere di un giorno con gruppi di fornitori dei servizi legati ai matrimoni - fotografi, fioristi, articoli da regalo, location, catering - e i futuri sposi. Quanti ai matrimoni, quelli più grossi, con un numero considerevole di invitati, sono stati rimandati al 2021. L’ultima restrizione numerica è assurda, rischia di far saltare definitivamente il nostro settore: trenta invitati vuol dire quindici coppie, dieci famiglie! Numeri buoni solo per chi vuole convolare a tutti i costi, e c’è chi lo fa, spesso per le secondo nozze. Ma come fai a decidere chi escludere e chi invitare? Rischi disastri diplomatici. E poi le nozze sono momenti di gioia da condividere con famigliari e amici, dove la festa e il ballo rivestono una parte importante, se non fondamentale".

Un ’bel matrimonio’ può costare dai 20mila ai 30mila euro. Nella sola Rimini, nel 2019, i matrimoni sono stati 435, dei quali 283 civili e 152 religiosi. Giro d’affari milionario per la filiera, a partire dalle decine di ristoranti e location di prestigio che ospitano gli eventi.