I Nas scoprono la centrale del doping

I pacchi partivano da San Marino e rifornivano tutta Italia: sequestrati nandrolone e steroidi anabolizzanti per due milioni di euro

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Nandrolone, steroidi anabolizzanti, testosterone, ormone della crescita. In altre parole: doping. Una montagna di prodotti e sostanze illecite stoccate in un magazzino di San Marino. Da lì partivano, a decine, i pacchi destinati a rifornire culturisti, bodybuilder e sportivi (alcuni anche a livello agonistico) di mezza Italia, pronti a tutto per avere addominali d’acciaio, desiderosi di rifinire i pettorali, aumentare la massa o migliorare le loro prestazioni, ricorrendo magari anche qualche ‘aiutino’ chimico. Il business dei muscoli fruttava parecchio: nel deposito sul Titano i carabinieri del Nas e i militari della gendarmeria, coordinati dal sostituto procuratore Davide Ercolani, venerdì scorso hanno scoperto ben 2 milioni di euro di merce, oltre a 300mila euro in contanti che sono stati immediatamente sequestrati. In manette, per effetto di una rogatoria giudiziaria internazonale concordata con il commissionario della legge di San Marino, è finito un commerciante sammarinese di 36 anni, accusato di "attentato alla salute pubblica mediante la fabbricazione, corruzione, adulterazione, messa in circolazione di sostanze alimentari o medicinalI", reato previsto dall’ordinamento della Repubblica. Sarebbe stato lui, secondo la ricostruzione fatta dagli investigatori, a coordinare quella piccola base operativa specializzata nell’importazione, produzione, stoccaggio e distribuzione di sostanze dopanti e stupefacenti considerate pericolose per la salute.

Oltre al sammarinese, nel registro degli indagati, la Procura ha iscritto i nomi di altre sedici persone, di cui cinque (tra i 22 e i 55 anni) residenti in provincia di Rimini. Il resto vive a, Roma, Pesaro-Urbino, Asti, Vicenza, Monza-Brianza, Verbano-Cusio-Ossola e Genova. Tra di loro appassionati di fitness e bodybuilding, ma anche gestori di palestre. Nella nostra provincia, le indagini dei Nas si sono focalizzate in particolar modo su una palestra di Cattolica, gestita da un 56enne residente nel pesarese. Anche lui, secondo la ricostruzione, si sarebbe avvalso dei servizi offerti dal commerciante sammarinese, ricevendo in diverse occasioni forniture di prodotti dopanti. I militari del comando Tutela della Salute stanno cercando di verificare se le sostanze fossero solamente per uso personale o se venissero poi smerciate e rivendute anche ai clienti della palestra. Le perquisizioni condotte dai militari, sia nella sua abitazione che in palestra, hanno dato esito negativo. In altri cinque casi, invece, i controlli hanno permesso di ritrovare sostanze anabolizzanti e steroidi.

L’indagine era cominciata tempo addietro, quando gli inquirenti si erano imbattuti in spedizioni postali che da San Marino partivano verso l’Italia, scoprendo così un gruppo criminale che aveva messo in piedi un traffico illecito di nandrolone, per un totale di 2,5 chili. Una persona era finita in manette, ma le indagini non si erano fermate lì, proseguendo anche nelle settimane successive. Fino a quando gli inquirenti non si erano imbattuti in quel flusso anomalo di pacchi provenienti dal monte Titano. Venerdì scorso, quando si sono presentati nella sede del corriere di cui si avvaleva la ditta sammarinese, i militari del Nas hanno trovato una trentina di confezioni che aspettavano solo di essere spedite, a riprova di quanto fosse ramificato ed esteso il giro di affari.

Lorenzo Muccioli