"I nuotatori hanno portato il virus in hotel"

Il titolare del Vittoria replica alla ricostruzione fornita dagli atleti: "Non siamo untori, io e il mio staff tutti negativi ai tamponi"

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"Hanno portato il virus nel mio hotel". Biagio Fabbri è il titolare dell’hotel Vittoria di Riccione. Si tratta della struttura in cui soggiornavano i nuotatori e lo staff poi risultato in parte positivo al Covid-19 al termine dei Campionati Assoluti di nuoto svolti nello stadio del nuoto riccionese. A parlare di contagi in hotel ci aveva pensato la campionessa Ilaria Bianchi in una diretta Instagram. Posizione sostenuta anche da un’altra atleta, Silvia di Pietro che aveva parlato di come fosse bastato un pasto comune in hotel per scatenare i contagi. Ricostruzioni che non convincono affatto Biagio Fabbri, che al contrario si ritiene parte lesa in questa vicenda. Quando si parla di virus rimane difficile capire come e da chi sia partita la catena di contagi, ma in questa vicenda ci sono due elementi fondamentali. Il primo riguarda il personale dell’hotel. "Abbiamo aperto il 16 dicembre per ospitare gli atleti dopo la chiusura nel settembre scorso – spiega il titolare -. Informato da alcuni allenatori delle positività riscontrate tra gli atleti una volta terminati i campionati, io stesso, il caporicevimento, il caposala ed altre quattro persone che erano presenti in albergo, abbiamo fatto i tamponi, e sono risultati tutti negativi. Anche tutte le altre persone di servizio sono risultate negative". Dunque, ne deduce il titolare, le responsabilità del contagio non vanno cercate nei protocolli rispettati dalla struttura o nel personale, "anche in sala erano al massimo quattro commensali per tavolo". Il secondo elemento riguarda la nuotatrice Elena Di Liddo. "E’ stata la prima atleta risultata positiva al Covid, dopo il tampone effettuato il 19 dicembre, giorno in cui è partita dall’albergo. Era arrivata in hotel il 16 assieme a tutti gli altri, ma sicuramente era già contagiata con virus in incubazione, ed in albergo lo ha trasmesso agli altri atleti. Il periodo di incubazione medio varia intorno ai 5 giorni. Come avrebbe fatto a contrarre il virus il 16 ed essere positiva già il 19?". Secondo Fabbri la ricostruzione degli atleti va rivista completamente, e la responsabilità della catena dei contagi non va addossata all’hotel. "L’albergo ha sempre rispettato i protocolli previsti. Certamente non può impedire agli ospiti di frequentarsi nei salotti della struttura, oppure di frequentarsi da camera a camera nei piani, oppure di salire in macchina insieme per andare a nuotare in piscina. Tutto dipende dal loro comportamento privato, e dalle istruzioni ricevute dai loro responsabili".

Andrea Oliva