ANDREA OLIVA
Cronaca

Il boom degli affitti brevi. Superati i 1.500 in città: "Fenomeno da gestire"

Raddoppiati rispetto al periodo pre Covid. Cambiano le abitudini di chi soggiorna in città. Magrini: "È necessario integrare l’offerta turistica, rispondendo alle nuove esigenze dei clienti, evitando la concorrenza sleale".

Quella degli affitti brevi non è un’onda passeggera

Quella degli affitti brevi non è un’onda passeggera

La pandemia ha cambiato le abitudini dei turisti, o più semplicemente ha accelerato un processo in essere. Gli affitti brevi ne sono una cartina tornasole. Dal 2019 al 2024, dati dell’amministrazione comunale, gli alloggi riservati ad affitti brevi censiti, dunque regolarizzati, sono quasi raddoppiati: +91,5%. Al 31 dicembre 2024 si è superata la soglia di 1500, per l’esattezza 1507, ci cui 1503 gestiti in forma non imprenditoriale. Queste strutture sono censite e pertanto versano nelle casse del Comune l’imposta di soggiorno pagata dia clienti. Quanto possa essere nella città il sommerso di alloggi non dichiarati non è dato sapersi, e il Cin, codice identificativo nazionale, nato anche con l’obiettivo di regolarizzare il fenomeno degli affitti brevi, non sta offrendo grandi novità. Devono munirsi di Cin tutte le strutture ricettive, il che significa anche hotel e residence. Ad oggi nella provincia di Rimini si sono dotate di Cin circa l’85% delle strutture ricettive già censite. Ciò significa che nemmeno le attività ricettive che erano già note si sono adeguate al nuovo codice.

Restano i numeri a dire che quello degli affitti brevi non è un’onda passeggera, ma uno tsunami che dovrebbe modificare in modo sensibile l’offerta turistica anche di Rimini, storicamente centrata su una ricettività alberghiera che non ha eguali nel panorama nazionale. Da Palazzo Garampi rilevano che la tipologia di alloggi per affitti brevi turistici è sempre più ricercata, soprattutto "se si considerano anche i numeri di Confedilizia basati su dati del ministero del Turismo, secondo cui ad agosto il tasso di utilizzo degli alloggi prenotabili tramite piattaforme online in Italia è stato del 42,3%, mentre quello degli hotel del 38,7%".

Sta cambiando il turismo anche in riviera e già si vedono hotel che nel ristrutturare non pensano più alla singola stanza, bensì a spazi più ampi dotati anche di una piccola cucina. Ma quello che l’amministrazione chiama "‘effetto Airbnb’, sulle città sta avendo un impatto significativo sotto diversi aspetti. Da un lato, alimenta l’overtourism in quelle realtà già in difficoltà; dall’altro, crea evidenti squilibri nel mercato immobiliare. La carenza di alloggi destinati alla locazione a lungo termine, ritenuta dai proprietari meno conveniente e a maggior rischio di morosità, rende sempre più difficile per famiglie, lavoratori e studenti universitari trovare alloggi a prezzi accessibili". Tant’è che a Rimini gli alloggi a disposizione sono 12.600, rispetto al totale di 81.400 presenti sul territorio comunale. Di questi 12.600, sono 7.500 quelli affittati a canone concordato, e 5.900 quelli a canone libero. A fronte di questi numeri ci sono tuttavia 9.400 alloggi non a disposizione, un numero di gran lunga superiore ai 1500 censiti ad oggi sulle piattaforme, e capace di alimentare i dubbi di albergatori e della stessa amministrazione sula vastità del mercato degli affitti brevi.

Tuttavia ostacolare questo mercato non può essere la strada, riflette l’assessore alle Attività economiche, Juri Magrini. "È necessario trovare modalità per integrare adeguatamente l’offerta turistica, rispondendo alle nuove esigenze dei turisti, evitando concorrenza sleale e garantendo un’integrazione armoniosa nel tessuto urbano. Soluzioni che adesso sono al centro del dibattito anche in molte altre città turistiche e che con la nuova legge entrata in vigore inizia a regolamentare un ambito turistico in espansione". Si spera nel Cin. "A partire dal primo gennaio è scaduto il periodo transitorio per l’applicazione delle sanzioni nei confronti di chi non lo espone. L’obiettivo è garantire maggiore trasparenza, combattere l’evasione fiscale e tutelare i consumatori in un settore in continua crescita".

Andrea Oliva