CARLO ANDREA BARNABÈ
Cronaca

Il borgo delle racchette. Il sogno romano di Paci : "Che bello palleggiare al Foro con Musetti"

Il 16enne di Villa Verucchio ha fatto da sparring prima del match con Zverev

Il 16enne di Villa Verucchio ha fatto da sparring prima del match con Zverev

Il 16enne di Villa Verucchio ha fatto da sparring prima del match con Zverev

Deve essere qualcosa che è nell’aria. Altrimenti non si spiega perché nella frazione di un piccolo municipio sulla via Marecchiese siano spuntati due talenti che si stanno facendo largo nel mondo della racchetta e che vivono a cinquecento metri di distanza uno dell’altra. Lei è Lucia Bronzetti, numero 58 nella classifica Wta, palmares di tutto rispetto e grinta da vendere. Lui è Carlo Paci, classe 2009, campione italiano under 11 e 12, promessa del tennis tricolore ancora in gara agli Internazionali di Roma nel doppio riservato ai giovani. Fino all’altro ieri in pochi conoscevano il sedicenne di Villa Verucchio che ha preso la racchetta in mano quando di anni ne aveva soltanto quattro. Gli è bastato palleggiare con Lorenzo Musetti alla vigilia del match contro Zverev per finire sulle pagine dei giornali.

"E’ stato un colpo di fortuna – racconta Paci, prima di affrontare la semifinale under al Foro Italico – Lo sparring di Musetti non si vedeva, così il suo allenatore Tartarini mi ha detto: ‘Carlo entra tu in campo’". E Paci non se l’è lasciato dire due volte. "Durante i primi scambi ero un po’ contratto. Non capita tutti i giorni di scambiare con un top ten davanti a trecento persone al Foro. Pala dopo palla mi sono sciolto, è stata una cosa bella, venti minuti tutti da godere".

Paura? "Ci sta, ma poi passa. Lorenzo la palla te la dà sempre bene. Alla fine ci siamo salutati velocemente, lo aspettavano i quarti di finale campo contro Zverev". Da quando è un bambino la vita di Paci è tennis, tennis, e ancora tennis. Frequenta online lo scientifico sportivo, misura già 1,86 centimetri d’altezza e come tutti quelli che si nutrono di terra rossa e sudore sogna di diventare professionista e magari un giorno raggiungere il gradino più alto del ranking mondiale. Per raggiungere l’olimpo del tennis dovrà vedersela con un certo Jannik Sinner, ma c’è tempo. E una montagna di fatica, ore di allenamento, delusioni. "Sinner è il mio punto di riferimento, prendo spunto dal suo gioco. Servizio e dritto, una meraviglia. Il mio colpo migliore è il rovescio, ma me la cavo bene anche con il servizio", argomenta il verucchiese, cresciuto all’ombra di una nuova generazione di tennisti, apparsa dopo l’era di Federer e Nadal.

A riportarlo con i piedi sulla terra rossa ci pensa uno dei suoi allenatori, Thomas Montironi, al suo fianco nella trasferta romana. "Lo seguo da quando è piccolo – racconta il coach del Tc Valmarecchia dove Paci ha scagliato le prime palle – Con Davide Campana abbiamo subito intuito le sue potenzialità. Per continuare a crescere Carlo deve salire mentalmente e metter su massa fisica. A livello di tennis è uno dei più talentuosi giovani del panorama italiano. Dovrà lavorare molto ma ha i numeri per farcela". Il circolo di Pietracuta dove Montironi allena il suo pupillo è lo stesso dove fino a 19 anni ha giocato Lucia Bronzetti. "Siamo una piccola realtà nell’entroterra, ma questo non ha impedito ai nostri ragazzi di farsi strada. Il segreto? Abbiamo tre campi e un centinaio di allievi, e questo ci permette di seguirli meglio". Oppure sarà l’aria che si respira lassù.