FRANCESCO ZUPPIROLI
Cronaca

Il ‘buco’ dei ticket non pagati . In Romagna riscosso appena il 3%

In sei anni ammontano a oltre 10milioni gli oneri per prestazioni sanitarie mai versati dagli utenti. Ma l’Ausl fatica a recuperarli: con poco più di 300mila euro racimolati nell’ultimo triennio .

Ticket sanitari sotto la lente dell’Assemblea legislativa

Ticket sanitari sotto la lente dell’Assemblea legislativa

Ticket, abbiamo un problema. È un vero e proprio grido di allarme quello lanciato da Pietro Vignali, presidente del gruppo di Forza Italia nell’assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che nell’illustrare uno studio sul sistema del recupero dei ticket sanitari non riscossi in regione ha messo sotto la luce quello che Vignali ha riassunto in un sistema "con costi alti e risultati deludenti per il recupero", auspicando un "piano regionale".

Lo studio, che tocca tutte le aziende sanitarie e ospedaliere dell’Emilia-Romagna ha riavvolto gli orologi sino al 2018, termine da cui, nello specifico l’Ausl Romagna ha accumulato oltre 10 milioni (10.440.841,89 euro per la precisione) di ticket non pagati in sei anni (fino a fine 2024). Un dato che proietta la nostra azienda sul secondo gradino più alto di questo speciale podio dietro solo alla Ausl di Bologna. Ma s’è vero che l’azienda sanitaria romagnola – sempre stando ai dati relazionati da Vignali in assemblea legislativa – fa registrare una delle percentuali più basse per incidenza dei costi sostenuti nel recupero del ticket per il triennio 2021-2023 (4,63%) per 314mila euro recuperati a fronte di oltre 14mila di costi per il recupero, l’Ausl Romagna fa registrare in regione il record negativo per la percentuale di riscossioni sulla base degli insoluti. Tradotto: il dato più basso di recupero tra gli utenti che non hanno pagato il ticket.

Se difatti la media regionale sotto questo punto di vista è del 38,93% di riscossioni sugli insoluti, la Ausl Romagna registra appena il 3%, con un numero a singola cifra che la vede affiancata solo dall’azienda di Parma (8,29%). Questo il prodotto di un sistema di recupero crediti che per il nostro territorio comincia con l’estrazione degli insoluti e l’invio di un primo sollecito via posta ordinaria con tanto di avviso che il mancato pagamento si tradurrà in una mora. Quindi la diffida via pec e, se il pagamento non sarà ancora avvenuto, anche l’iscrizione a ruolo tramite l’Agenzia delle Entrate. Un sistema che però ad ora ha fruttato appunto un 3% di insoluti riscossi, tanto da portare il consigliere regionale forzista a sollevare dubbi sul sitema di recupero: "Che fa acqua da tutte le parti", ha attaccato Vignali con uno sguardo ampio al sistema-regione. "Non si possono spremere i cittadini con nuove tasse ed il ticket farmaci e poi sperperare risorse in procedure non efficienti".

Francesco Zuppiroli