Il caldo record fa sorridere i bagnini e getta nella disperazione i commercianti nel settore dell’abbigliamento. "Questo caldo persistente in pieno ottobre è un’autentica emergenza – dice il presidente regionale di Federazione Moda Italia – Confcommercio, Giammaria Zanzini – per le conseguenze che porta al commercio di moda al dettaglio. I primi dati del sondaggio proposto alle aziende associate non lasciano dubbi. A settembre calo delle vendite del 6%".
In altri tempi in questo periodo dell’anno si guardavano le vetrine per comprarsi un giubbotto e l’abbigliamento autunnale. Ma con la colonnina di mercurio che sfiora i trenta gradi si preferiscono il costume e la T-shirt. Per i commercianti gli affari latitano. "I negozi di moda sono alle prese con il drastico rinvio degli acquisti di maglieria, giacche, giubbotti, calzature e abiti
invernali, sia per la donna che per l’uomo. La stagione estiva sarebbe finita dal punto di vista della proposta commerciale, ma quella meteorologica sta mettendo una volta di più in ginocchio i nostri negozi, che devono fare i conti con magazzini sempre più pieni e assortiti, a cui vanno aggiunte le criticità finanziarie legate a scadenze, tassi di mutui e prestiti e costi energetici alle stelle, affitti che seguono l’impennata dell’inflazione, alto costo del personale".
Il caldo non fa sconti e non ne fanno anche i fornitori. Così i negozianti si trovano in difficoltà. "Riteniamo fondamentale mettere sul tavolo della discussione il patto di filiera con i fornitori per prorogare le scadenze dei pagamenti autunnali. I rialzi di listino e il mantenimento dei budget dettati dall’industria della moda potrebbero a brevissimo non essere più economicamente sostenibili dai commercianti e dagli stessi consumatori, alle prese con i rincari generalizzati". Un problema che potrebbe riversarsi sui clienti. "Se fino ad oggi i commercianti hanno svolto una funzione di contenimento degli aumenti dei listini, riducendo i ricavi per rendere il prodotto appetibile, ora questo processo non è più sostenibile". Per Zanzini diviene urgente regolamentare le vendite al dettaglio a partire da spacci aziendali, outlet, temporary store e così via, oltre a un taglio delle imposte.
Andrea Oliva