Il caro energia non risparmia le chiese

Don Manduchi, l’economo della diocesi: "Qualche volta si dovrà celebrare messa al freddo, taglieremo l’illuminazione ai campanili"

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di Mario Gradara

La crisi energetica e il caro bollette colpiscono anche le parrocchie. Quali contromisure state attivando?

"Vari interventi, certo non risolutivi – attacca don Danilo Manduchi, economo della Diocesi di Rimini –, a quelli ci devono pensare i governi. Ma sono necessari. Alcuni immediati, altri nel medio e nel lungo periodo".

Andiamo con ordine.

"Vorrei fare una premessa".

La faccia.

"Le chiese hanno consumi molto alti. Perché hanno volumi enormi, sono aperte, costruzioni vecchie, non coibentate, né pensate per il risparmio energetico. Per questo già l’inverno scorso diverse, non solo quelle grandi ma anche le più piccole, hanno dovuto spegnere i termosifoni. Il che si riproporrà dall’autunno, ancora più seriamente".

Veniamo agli interventi.

"A breve termine, in realtà come diocesi l’abbiamo già fatto prima dell’estate, partirà la ricerca di fornitori di energia – luce e gas – che facciano sconti, buoni prezzi".

Tutte le parrocchie aderiscono?

"Ciascuna è libera di scegliere il gestore che ritiene".

Interventi a medio e lungo termine?

"Lavoriamo sulle comunità energetiche. Ad esempio sull’installazione di pannelli fotovoltaici. Non sugli edifici storici, è vietato, ma su altri edifici collegati alle nostre chiese".

Qual è il risparmio potenziale?

"Fino al 15% netto, non è poco".

Veniamo all’autunno alle porte, ovvero alle soluzioni a brevissimo termine.

"Ad esempio invece di quattro messe in un giorno, al caldo si faranno le prime due; per le due successive si conta sull’ondata di caldo che resta, sino alla quarta messa. E a volte si dovrà celebrare al freddo".

Insomma, a messa con giacconi e cappotti?

"In certi casi. E si dovrà probabilmente tagliare l’illuminazione dei campanili: invece che tutta la notte, magari solo dalle 20 alle 24".

Possibile anche la riduzione delle funzioni?

"Sì, in alcuni casi potrà accadere. Si potranno anche celebrare alcune messe nelle cappelline laterali delle chiese più grandi. D’altra parte, dal periodo Covid, c’è stata meno domanda. Qualche sacerdote continua a dire messa anche all’aperto. Ciascuno si inventa una soluzione, invitando ad avere pazienza. Del resto, i soldi non bastano".

Che riscontri ha dai parroci a riguardo?

"Solo questa mattina (ieri, ndr) ho ricevuto sacerdoti di tre chiese, venuti da me a chiedere sostegno economico. Chi per una vecchia trave di legno da cambiare, chi per le finestre".

E lei?

"Dico a tutti: calmi coi mutui. Poi bisogna pagarli. Se sono 10-15mila euro è un conto, 300mila ben altro".

I fedeli economicamente non aiutano abbastanza?

"Lo fanno, le persone hanno già le loro difficoltà. Ma un aiuto è sempre gradito. E poi..."

Dica.

"La Chiesa non ha tariffe agevolate per attività sociali, sportive, educative. Le società sportive pagano metà accise statali. Noi no. Ho chiesto alla società di tennistavolo di San Martino in Riparotta, che si allena in parrocchia, di non fare più docce: sembra poco, ma a fine mese sono batoste in bolletta".