"Il centro è sempre più deserto, così ci siamo trasferiti da Rimini a Riccione"

Il negozio ’Cadamuro Per Daniel’ dopo 25 anni sceglie viale Ceccarini: "A Rimini pochi parcheggi"

Il negozio trasferitosi da Rimini a Riccione

Il negozio trasferitosi da Rimini a Riccione

Rimini, 19 ottobre 2022 - Saluta Rimini e apre a Riccione uno dei negozi top della moda del capoluogo, ’Cadamuro Per Daniel’, trasferitosi armi e bagagli da via Garibaldi a viale Ceccarini.

Perché questa scelta?

"Intanto devo dire che è stata una decisione sofferta e dolorosa, ma inevitabile – attacca Danilo Brenna, ’Daniel’ per gli amici, origini comasche, titolare insieme al socio Ezio Cadamuro, di origini trevigiane –, perché a Rimini in questi venticinque anni abbiamo lavorato bene, abbiamo avuto grandi soddisfazioni. In caso contrario non saremmo rimasti qui per un quarto di secolo".

Qual era, anzi qual è, la vostra clientela?

"Una clientela soprattutto stanziale, proveniente da Rimini, dalla provincia ma anche da altre città, Milano, Gubbio, Bari... Famiglie di professionisti, persone con buona capacità di spesa, cui proponiamo un prodotto di livello medio-alto. Non da grande magazzino, anche abiti su misura, e linee di prodotti di prestigio, come Valentino, Elie Saab, Loro Piana. Per un periodo abbiamo avuto anche tra i clienti qualche turista russo, quando a Rimini c’era il boom degli shopping tour".

La vostra specializzazione sono da sempre gli abiti da sposa?

"Sì, e abiti da cerimonia, per donna, un classico l’abito da sera per la prima alla Scala. Ma anche pellicceria, accessori. Non le calzatre".

Da quando avete chiuso i battenti in via Garibaldi a Rimini?

"Una decina di giorni".

E da quando avete aperto a Riccione?

"A pieno regime, per così dire, da settembre. Ma già tre anni fa avevamo aperto un piccolo negozio, che ci è servito per ’testare’ il territorio. Poiché il test è risultato molto positivo, e abbiamo avuto l’opportunità di allargarci, l’abbiamo fatto. I numeri del negozio di Riccione erano sempre in crescita, quelli di Rimini sempre in calo".

Questo il motivo dell’addio a via Garibaldi?

"Noi a Rimini abbiamo lasciato il cuore, ma anche tante difficoltà".

Ad esempio?

"La situazione del centro storico in questi anni è peggiorata. Anche in via Garibaldi, come già successo in via Giovanni XXIII, stanno aumentando i negozietti asiatici: chincaglierie, massaggi, unghie, piccole riparazioni. Prima erano lato Porta Montanara, ora sono scesi anche verso piazza Tre Martiri".

’Solo’ questo?

"Negli ultimi anni c’è una progressiva desertificazione del centro, poi la difficoltà di parcheggio. I nostri clienti non sono ventenni. Camminare per diverse centinaia di metri, magari con un pacco con l’abito da sposa, non è da tutti. E arrivare in taxi vuol dire farsi ’guardare dietro’: non è via Montenapoleone. E poi le nuove videocamere, neppure tutte attivate, non lasciano scampo. La sosta breve non esiste".

Anche a Riccione non saranno tutte rose e fiori, no?

"Ci sono problemi, d’estate l’abbiamo visto con le baby gang. Ma non si vedono ubriachi come in via IV Novembre, e strani traffici in zona maestre Pie, per i quali i clienti preferiscono togliersi gioielli e orologi".

Insomma, un’altra musica?

"L’immagine che ha Riccione è diversa, migliore. C’è una clientela con buona capacità di spesa, tanti bolognesi ed emiliani con la seconda casa. Il problema è che tutta la fascia media è sparita, a Rimini come a Milano e dappertutto. A Riccione c’è una clientela di fascia alta. E poi lì si parcheggia vicino a viale Ceccarini, nei sotterranei del lungomare e altrove, e dal primo ottobre gratuitamente".