
"Le scuole nei Castelli non si toccano". Torna a farsi sentire il comitato ’Scuole vive nei Castelli’. Lo fa rilanciando...
"Le scuole nei Castelli non si toccano". Torna a farsi sentire il comitato ’Scuole vive nei Castelli’. Lo fa rilanciando rilanciando la proposta per una scuola pubblica diffusa e di qualità, continuando a ’combattere’ la possibile chiusura delle scuole nei Castelli. Nelle ultime settimane il comitato ha raccolto oltre 1200 firme per la petizione contro la chiusura delle scuole, ha lanciato un questionario partecipato con oltre 700 risposte in meno di due settimane. "Una scuola che chiude – dicono – non è soltanto una classe in meno, ma una comunità che si spegne. Le scuole nei Castelli non possono essere trattate come ‘esuberi’ da eliminare, ma devono essere riconosciute come presidi educativi, sociali e culturali essenziali per il futuro del Paese". Il comitato ha presentato proposte concrete e alternative sostenibili tra cui "una gestione efficace delle pluriclassi, reti scolastiche interconnesse anche attraverso l’uso delle tecnologie, curricoli che valorizzino le specificità e le risorse dei territori". "Studi internazionali – dicono – confermano che le piccole scuole ben organizzate garantiscono ottimi risultati grazie a classi meno numerose, maggiore attenzione individuale e un più forte spirito di comunità". Il comitato è preoccupato "per un approccio esclusivamente contabile al problema della natalità, che rischia di penalizzare proprio le realtà più fragili e periferiche come Montegiardino, dove tra due anni entreranno 19 bambini in prima elementare".