Il controesodo dei rifugiati "Rimini resterà nel cuore"

Oltre trenta famiglie hanno già fatto le valigie e sono tornate in Ucraina. La nostra è la provincia con più profughi: 5mila accolti dall’inizio della guerra

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di Manuel Spadazzi

L’onda si è fermata. Nell’ultima settimana sono stati pochissimi i rifugiati ucraini arrivati a Rimini. Che resta, in regione, la provincia che ha accolto fin qui più profughi. Secondo l’ultimo dato dalla Prefettura sono 4.386 gli ucraini giunti finora, e di questi 387 sono ospitati nei vari Cas (i centri d’accoglienza straordinaria per migranti). In realtà ci sono state settimane in cui i profughi accolti a Rimini sono stati anche più di 5mila. Alcuni sono rimasti qui solo pochi giorni, per poi trasferirsi in altre parti d’Italia da amici e parenti. Altri, invece, non si sono mai registrati ’ufficialmente’.

Da giorni gli arrivi sono pochissimi, per alcuni è già scattato il controesodo. "Diverse famiglie hanno deciso di tornare a casa – conferma Marta Gladysheva, tra i volontari ucraini che hanno dato assistenza ai connazionali arrivati qui – Molte di loro l’hanno fatto perché la situazione, nelle città da cui provengono, si è fortunatamente normalizzata". Secondo la Gladysheva "negli ultimi giorni almeno una trentina di di famiglie è ripartita per l’Ucraina". Tra loro ci sono anche diversi profughi che erano ospitati negli hotel, tra cui 25 persone che si trovavano al Margherita a Rivazzurra. Giovedì sera c’è stata una piccola festa per salutarli prima della partenza, avvenuta ieri. "Grazie Rimini, per come ci hai accolto. Ci siamo sentiti come a casa", è stato il saluto dei profughi, prima di fare ritorno a casa. Negli altri hotel che avevano accolto gli ucraini, ne sono rimasti non più di 200. Alcuni sono riusciti a trovare sistemazione da familiari e conoscenti, altri ancora hanno accettato il trasferimento disposto dal Ministero dell’Interno e sono andati in strutture d’accoglienza fuori regione. Al Brenta ora, insieme ai rifugiati, ci sono anche i turisti. "Una bella convivenza – assicura Giosuè Salomone, il presidente di ’Riviera sicura’ – I clienti si fermano a parlare con i profughi, i loro figli giocano con i piccoli ucraini. Il clima è sereno e non ci sono problemi".

Nel frattempo è andato avanti il progetto di ’Riviera sicura’ per dare lavoro alle profughe ucraine. "Hanno cominciato a lavorare da alcuni giorni. Io ne ho assunte quattro all’hotel Suprem, probabilmente altre prenderanno servizio nelle settimane a venire", spiega ancora Salomone. Complessivamente "tra Rimini e Riccione sono già una trentina i rifugiati ucraini assunti negli alberghi. Sono tutte donne, molte di loro lavorano come cameriere ai piani". Alcune aziende, di Rimini e di Ravenna, si erano fatte avanti per offrire loro un posto da operaie. Poche di loro fin qui hanno accettato. "Preferiscono lavorare negli hotel – , dove viene loro garantito anche vitto e alloggio".