Il convento rischia di chiudere I frati: "Non vogliamo andarcene"

Crisi di vocazioni e costi troppi elevati, l’ordine dei cappuccini pronto a cedere l’edificio di via della Fiera. Ma i religiosi si oppongono. Padre Bonfé: "I riminesi ci vogliono bene e la mensa è un servizio prezioso"

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di Manuel Spadazzi

Contro il caro-bollette non ci sono santi in paradiso. I rincari su energia e gas stanno costringendo parrocchie ed enti religiosi a scelte sofferte. Tra le vittime della stangata c’è anche il convento di Santo Spirito, in via della Fiera. Dopo quasi 5 secoli Rimini rischia di perdere i frati cappuccini. "E sarebbe un vero peccato – dice padre Carlo Bonfé – sia perché verrebbe a mancare in città la presenza storica di noi frati cappuccini, sia perché rischia di chiudere in questo modo la mensa dei poveri". Aperta dai frati nel 2001, la mensa aveva corso il pericolo di chiusura già nel 2019 per il calo di donazioni. Poi i soldi erano stati trovati, grazie a numerose offerte, e il servizio è andato avanti.

Stavolta rischia la chiusura l’intero convento. "Ancora – spiega padre Bonfé – non c’è nulla di certo. Ma sappiamo che i nostri superiori dell’ordine in Emilia Romagna sono intenzionati a chiudere alcuni conventi per la mancanza di vocazioni e i costi di gestione. Uno di questi è proprio il convento a Rimini". Sono già stati avviati i contatti con alcuni enti che potrebbe prendere in gestione l’edificio di via della Fiera. Tra i potenziati interessati c’è anche la Papa Giovanni XXIII: potrebbe realizzare qui la nuova sede della ’Capanna di Betlemme’ per l’accoglienza dei senzatetto (vedi articolo a fianco). "Il progetto di una casa di accoglienza – continua padre Bonfé – è lodevole. Ma visto che ci sono alternative in città, pensiamo solo ai tanti alberghi chiusi da anni, non vediamo la necessità di chiudere il nostro convento. Che gode di ottima considerazione tra i riminesi. La messa di domenica è sempre gremita. Svolgiamo un servizio importante con la mensa, insieme ai 60 volontari che ci aiutano, sfornando fino a 200 pasti al giorno". Inoltre "3 di noi (sono 6 i frati che vivono in via della Fiera) hanno cura delle parrocchie di Montalbano e Canonica a Santarcangelo, e di Ponte Santa Maria Maddalena a Novafeltria".

Uno dei problemi del convento riminese è anche l’età avanzata di buona parte dei frati presenti (alcuni hanno oltre 80 anni). Anche per questo si pensa di chiuderlo, distribuendo i religiosi in altri conventi in Romagna. Ma loro non si rassegnano. "Abbiamo chiesto ai nostri superiori di ripensarci – conclude padre Bonfé – I cappuccini sono presenti a Rimini dal 1571, e nel convento di via della Fiera dal 1877. Ripeto: siamo una presenza storica. E i riminesi ci vogliono bene".