Il coraggio di ‘Franz’ in campo e nella vita

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Per qualcuno era Franz, per altri Panda o Apup. Lui, Francesco Pandolfi, ha saputo lasciare il segno. La sua è una storia di coraggio, amore, amicizia, passione per lo sport e per la vita, ma anche di una sanità efficiente. Fino all’ultimo giorno. Perché Francesco non c’è più. Si è spento all’inizio del mese. Una malattia l’ha strappato all’affetto dei suoi cari a soli 51 anni. Ma la sua è stata una vita vissuta in maniera piena, senza rinunciare alle proprie passioni, fino alla fine. Un esempio. Come quando decide di tornare a giocare a tennis non appena la salute glielo permette, arriva in finale a un torneo a Torre Pedrera ma non può giocare l’ultima partita perché deve ricoverarsi all’hospice. Molti sarebbero crollati, ma non Franz. Proprio lì, all’hospice di Rimini, Francesco e la compagna Manuela decidono di sposarsi. Con il sorriso sulle labbra. E l’ironia che ha sempre contraddistinto Francesco si ritrova nel suo annuncio social: "Noi fra le altre cose ci saremmo anche sposati… felicità immensa". Ad accompagnare la sposa il dottor Luca Attilia, il dirigente dell’unità operativa Tacp dell’Infermi. Era estate. La racchetta era appesa al chiodo ma al circolo di Torre Pedrera non avevano dimenticato quella finale sfumata all’ultimo minuto. Così i tennisti del circolo incluso Giampaolo Manfredini, l’altro finalista, decidono che quella partita l’aveva vinta Franz. Il trofeo entra in ospedale fino alla stanza di Francesco, a consegnarlo è lo stesso Manfredini. "La prima parola che mi viene in mente pensando a Franz è vulcano – dice Nicola Giolito assistente allenatore e preparatore della nazionale di volley neo campione del mondo – Stare con lui era un’esplosione continua di emozioni, dal primo all’ultimo momento. In qualunque situazione, sui campi da gioco, nelle serate tra amici e anche in questa sfida tostissima della vita". Un paio di settimane fa ai funerali, la chiesa di San Giovanni Battista non bastava a contenere tutti gli amici e conoscenti, tra cui quei tanti che seguivano Franz nelle ‘camminazioni’, dal Romeo Neri a piedi fino alla palata.