Il Festival nella bufera "Fanno propaganda Lgbt"

Santarcangelo, il consigliere regionale della Lega Montevecchi attacca. Nel mirino uno degli spettacoli itineranti in scena nel centro storico

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Sembrava strano che non fosse ancora arrivata. Perché da anni ogni edizione del Festival di Santarcangelo dei teatri finisce nel mirino di qualche politico, che accusa di oscenità e malcostume gli spettacoli della manifestazione. È accaduto anche stavolta, ma non per scene di nudo o altre performance controverse (come quella del 2015, in cui il ballerino Frank Willens si esibiva da solo nudo e concludeva la sua danza facendo pipiì), bensì per uno spettacolo che, secondo il consigliere regionale della Lega Matteo Montevecchi, "dimostra tutta la decadenza culturale del festival mista alla propaganda Lgbt e al femminismo radicale".

Montevecchi ce l’ha in particolare, alla performance di Queereeoké, un gruppo di artisti che la direzione del Festival definisce "punto di riferimento della club culture tedesca". Il gruppo ha organizzato laboratori e spettacoli itineranti in costume nel centro storico di Santarcangelo. Il consigliere regionale della Lega li definisce "dei Teletubbies con il sedere di fuori", che "celebrano la cultura queer davanti ai bambini di Santarcangelo". Insomma, i loro spettacoli a detta di Montevecchi sarebbero una vera e propria "propaganda" di quella cultura che rifiuta l’identità di genere, la distinzione tra uomo e donna, e sostiene l’idea della sessualità fluida. "Se poi provi a esprimere critiche – dice Montevecchi – guai: subito ti rispondono che sei un bigotto, un provincialotto, e non capisci l’arte". Ma per il consigliere "questa non è arte, ma ideologia. Esibita grazie ai soldi pubblici". Perché "il Festival di Santarcangelo dei teatri viene finanziato ogni anno con centinaia di migliaia di euro da Comune, Regione e Ministero".