"Il Green pass? Meglio perdere lo stipendio"

Parla un professore che rifiuta di vaccinarsi: "Sono già stato ammonito due volte, ma porto avanti la mia battaglia"

Antonio Pirrottina, 47 anni, insegnante di materie tecniche all’Ipsia Alberti

Antonio Pirrottina, 47 anni, insegnante di materie tecniche all’Ipsia Alberti

"Non ho paura di perdere lo stipendio. Andrò avanti con la mia battaglia". Antonio Pirrottina, 47 anni, professore di discipline meccaniche e tecnologiche all’istituto professionale Leon Battista Alberti di Rimini, dove insegna dal 2005, fa parte della minoranza di docenti che si oppongono all’obbligo del Green pass nelle scuole. Per due volte, mercoledì e giovedì, è stato respinto all’ingresso dell’istituto per cui lavora e invitato a ripresentarsi con il cerificato verde, come previsto dalla legge.

Pirrottina, perché tutta questa ostilità nei confronti del Green pass?

"Per me è una questione di principio. Non accetto provvedimenti che limitano la mia libertà personale e che violano l’ordine costituzionale. Non voglio che la mia vita sia condizionata da una tessera qualunque. Soprattutto non voglio che quel foglio di carta mi impedisca di fare il mio mestiere e portare il pane in tavola".

Ha già ricevuto un’ammonizione?

"Ne ho già ricevute due. In realtà la dirigenza scolastica si è limitata ad applicare le circolari ministeriali e non ho nulla da rimproverarle. Nel mio istituto in questi giorni erano in programma gli scrutini per gli studenti sottoposti a sospensione del giudizio. Ho chiesto che venisse messo nero su bianco che non prestavo il mio consenso all’esibizione del Green pass e naturalmente sono stato invitato ad andarmene. Insieme all’avvocato che mi rappresenta, Mirko Damasco, ho inoltrato una controdiffida all’ufficio scolastico provinciale, alla dirigenza scolastica, al ministero della Salute, al Garante della privacy, alla Corte dei diritti dell’uomo e ad altri enti".

È consapevole del fatto che, in base alla normativa, dopo la quinta ammonizione scatta la sospensione e quindi il congelamento dello stipendio?

"Sì, e ammetto che la cosa un po’ mi spaventa. Però non intendo accettare compromessi. Da questo punto di vista, sono più fortunato rispetto ad altri colleghi che sul Green pass la pensano come me, ma avendo una famiglia da mantenere non hanno potuto manifestare il loro dissenso".

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Nella nostra provincia la stragrande maggioranza degli insegnanti e del personale scolastico ha completato il ciclo vaccinale. Perché continuare a rifiutare il vaccino?

"Non sono contro a prescindere. Solo non voglio fare da topo di laboratorio per vaccini che sono ancora sperimentali. Senza contare che essere vaccinati non significa non essere contagiosi".

Per l’Istituto Superiore di Sanità però tutti i vaccini riconosciuti hanno regolarmente completato tutti i passaggi necessari e sono totalmente sicuri.

"La penso diversamente. E’ evidente che alcuni step sono stati notevolmente accelerati. Io rivendico il diritto, in questa fase, di rimanere alla finestra, in attesa di maggiori certezze ed evidenze scientifiche".

Il vaccino tuttavia non è obbligatorio. Perché non sottoporsi a tampone?

"Quelli nasali, necessari per poter ottenere il Green pass, sono troppo invasivi. Per un giorno o due possono anche andare bene, ma poi? Non mi risulta che i tamponi salivari siano sufficienti per il riconoscimento della tessera verde. Se lo fossero, e venissero venduti ad un prezzo equo, potrebbero essere un’opzione da tenere in considerazione, anche se sul Green non intendo assolutamente cambiare idea".