"Il killer di Nicola ha agito per futili motivi"

Contestate le aggravanti al 54enne Edi Zegarac, che rischia ora una condanna all’ergastolo

Si complica la posizione di Edi Zegarac, il 54enne di origine slovena che deve rispondere dell’omicidio del vicino di casa, Nicola Donadio, 50 anni, separato, padre di quattro figli, colpito in testa con un bilanciere da palestra a Misano. In un primo momento il sostituto procuratore Luigi Sgambati aveva formulato per lui l’ipotesi di omicidio volontario, facendo decadere le circostanze aggravanti. Circostanze aggravanti (nello specifico i futili motivi) che sono state invece contestate, ieri mattina davanti al gup, dal sostituto procuratore Paolo Gengarelli. Zegarac non potrà dunque richiedere il rito abbreviato e beneficiare dello sconto della pena pari ad un terzo. Per lui ora si apre la strada di un processo davanti alla Corte d’Assise, che potrebbe anche decidere, nel peggiore dei casi, di condannarlo all’ergastolo. L’avvocato che lo difende, Guido Caparrini, parla di "una decisione irrituale che sarà oggetto di contestazione in Cassazione". Il 12 gennaio scorso, all’alba, i carabinieri erano accorsi nel piazzale del depuratore di Misano, richiamati da un residente che aveva sentito le grida, arrestando Zégarac, disoccupato ed ex seminarista con studi classici alle spalle. Tra lui e il vicino di casa, Nicola Donadio, da tempo non correva buon sangue. Entrambi vivevano in dei moduli forniti dal Comune per le persone in emergenza abitativa e già in passato c’erano stati degli screzi e litigi per questioni di vicinato. Donadio, dopo aver subito un presunto tentativo di aggressione, aveva deciso di querelare il 54enne. Il giorno del delitto, Zégarac era andato dal vicino con l’intento di avere con lui un chiarimento e di parlargli per convincerlo a ritirare la querela, ma la situazione sarebbe presto degenerata.