Omicidio in stazione Rimini, il killer: "Ero ossessionato dalla gelosia"

Sotto torchio per tre ore dal pm Antonio Rapisura, il filippino che ha ammazzato Galileo Landicho: "Non volevo ucciderlo"

Galileo Landicho con il suo assassino, Antonio Rapisura

Galileo Landicho con il suo assassino, Antonio Rapisura

Erano amici, molto amici. Eppure Antonio Rapisura, il filippino in carcere per aver ucciso il connazionale Galileo Landicho il 21 novembre alla stazione, era ossessionato dall’idea che l’amico ci avesse provato con la moglie. Sospetti che fin qui non hanno trovato alcun riscontro nell’indagine sul delitto. Eppure Rapisura, 51 anni, padre di tre figli e fervente cattolico, continua a sostenere di aver aggredito Galileo soltanto per motivi passionali, convinto che lui avesse fatto ripetute avances alla moglie. Così quel giorno Rapisura, accecato dalla gelosia, ha deciso di andare alla stazione sapendo che lì avrebbe trovato Galileo Landicho. "Ma non volevo affatto ucciderlo", ha ripetuto Rapisura, durante il lungo interrogatorio a cui è stato sottoposto, qualche settimana fa, dal sostituto procuratore Luigi Sgambati. L’interrogatorio, che si è svolto in carcere alla presenza degli avvocati di Rapisura, Alessandro Petrillo e Monica Rossi, è durato oltre tre ore.

L’assassino di Galileo ha risposto a tutte le domande, fornendo e chiarendo alcuni particolari sui suoi movimenti durante la giornata del 21 novembre. Ha ribadito che non era sua intenzione ucciderlo. Ma è un fatto oramai accertato che si sia trattato di un agguato. I due, quella sera in stazione, non si sono scambiati una sola parola. Rapisura è arrivato da dietro alla fermata del bus, dove Landicho aspettava il mezzo per tornare a casa, e l’ha colpito alle spalle con una coltellata al collo che non gli ha lasciato scampo. Nonostante i tentativi di depistaggio, la Polizia è riuscita a risalire a Rapisura (grazie alle telecamere e ai racconti di alcuni filippini) e l’ha arrestato un mese dopo. Il 51enne filippino è accusato di omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione.

Lui al pm ha detto che non sopportava più le ‘attenzioni’ di Galileo per sua moglie. "Ero accecato dalla gelosia", ha confessato. Ma dall’indagine condotta dalla Squadra mobile, non sono emersi elementi tali da confermare le presunte avances fatte da Landicho alla moglie di Rapisura. Che Landicho ci abbia provato o meno, nell’interrogatorio Rapisura ha dimostrato di essere ossessionato dalla gelosia. I suoi legali stanno valutando le prossime mosse. Chiederanno di ’alleggerire’ la posizione del filippino e di rivedere l’accusa nei suoi confronti: da omicidio volontario e premeditato a preterintenzionale. Dal carcere Rapisura continua a invocare il perdono per la morte dell’amico: "Non volevo uccidere Galileo".

Manuel Spadazzi