"Il lavoro nero affonda il nostro turismo"

La responsabile Pd del settore, Marcella Bondoni, lancia l’allarme: "Troppi soldi girano fuori dalla busta paga, ora basta"

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di Mario Gradara

"Basta col lavoro nero nel turismo. Sia da parte degli imprenditori sia da parte di chi lavora. Servono più controlli".

Parla Marcella Bondoni, responsabile ’Lavoro e Innovazione’ del Pd provinciale.

Vecchia storia. Che novità?

"Un conto è sentirlo dire, io ora ho... toccato con mano".

Cioè?

"Sapendo che ho lavorato per una società del settore ristorazione, alcuni amici albergatori mi han chiesto di aiutarli a cercare 2 cuochi e 2 sottocuochi".

Si è rivolta al Centro per l’impiego?

"No, difficile trovarli lì. Ho messo annunci sui siti, e chiamato alcune agenzia di mediazione: mi sono arrivati 4-5 curriculum".

Tutto risolto?

"Ho iniziato a chiamare per fissare un colloqui, ma non ci siamo neanche arrivati".

Perché?

"Il primo mi ha detto ’vengo solo in nero perché ho il reddito di cittadinanza’. Non se ne parla, gli ho risposto".

Gli altri?

"Un cuoco voleva la busta paga da 1.800 euro, e arrivare a 4.000 al mese in nero. Io ho offerto, su indicazione dell’albergatore, 3.000 euro tutti in busta paga. Niente di fatto".

E il terzo candidato?

"Stesso disco. voleva al massimo 2.000 euro in busta paga e il resto in nero. Aggiungendo che non voleva avere giornate di riposo per la stagione. Gli ho detto che se uno è in regola riposa per forza. Non ne ha voluto sapere".

Pensa riguardi solo il settore cucina?

"No, credo sia un problema trasversale. Ma se lo chiedono i lavoratori, vuol dire che chi dà lavoro è pronto a starci".

Invece?

"Intanto, non è vero che il lavoro manca. Ma spiace constatare che in riviera nel 2002 avvengano questi fenomeni. Mi auguro che gli albergatori non si pieghino al modus operando di alcune mele marce".

Magari sono loro a marciarci. Il nero fa comodo a tutti...

"Forse è reciproco. Anche chi lavora chiede il nero. Purtroppo il reddito di cittadinanza ha contriobuito, non è il modo di aiutare chi lavora".

Che fare?

"Servono più controlli, serrati. Più collaborazione tra categorie e sindacati. Si deve premiare chi fa bene e punire gli altri. Le tasse vanno pagate, per far crescere il territorio e avere pù servizi".

C’è chi pensa che il nero serva alla competitività del turismo riminese.

"So che fa comodo a tutti, ma Rimini non può basare la sua competitività su questo. Servono leve fiscali, Iva agevolata al turismo, riqualificazione per alzare qualità, prezzi e utili".