"Il Marecchia è pericoloso e a rischio esondazione"

Franco Vicini, ex sindaco di Sant’Agata Feltria, lancia l’allarme: "I verdi hanno detto no al progetto per mettere gli argini in sicurezza"

Franco Vicini, ex sindaco di Sant’Agata Feltria

Franco Vicini, ex sindaco di Sant’Agata Feltria

Marecchia (Rimini), 21 settembre 2022 - "C’è un progetto, datato ormai una quindicina d’anni, del geologo Fabio Fabbri, che prevedeva tutta una serie di lavori per togliere quella pericolosissima massa di inerti e ghiaia che insiste nel bel mezzo del fiume Marecchia e, con i soldi ricavati, mettere in sicurezza argini, fare drenaggi e rinforzare i ponti. È rimasto nel casetto".

Franco Vicini, ex sindaco di Sant’Agata Feltria, torna sul tema prevenzione, anche alla luce dei recenti disastri (morti e dispersi, due miliardi di danni) per l’alluvione nelle Marche.

Perché non si è fatto niente?

"Non si è fatto non per opera del Maligno. Ma in particolare per l’opposizione dei verdi e verdastri".

In passato qualcuno aveva fatto ’proposte indecenti’ per mettere in sicurezza il grande fiume, il Marecchia, persino scavare l’alveo per 14 metri...

"Vero. È stato giusto bocciarli in tronco. Però si è passati da un estremo all’altro".

Ovvero?

"Tutto fermo per evitare i super furbi, quelli che hanno più da guadagnare in caso di disastri che con la semplice prevenzione. Ma ora non si fa più niente, o quasi".

Quindi?

"Io dico che è ora di svegliarsi e correre ai ripari. Riprendere quel progetto, tra l’altro a costo zero, firmato da un privato e appoggiato da un’associazione del mondo produttivo, che è già pronto e fare quant’era previsto: eliminazione del pericolo e sistemazione di ponti, argini e territorio".

Quale tratto del Marecchia riguarda quel progetto?

"Riguardava un tratto fra i 10 e i 15 chilometri, tra Ponte Messa e Pietracuta".

Una delle aree più critiche.

"Assolutamente sì".

Quale, a suo avviso, la zona più a rischio?

"Non sono un tecnico, ma coi tecnici ci parlo, sono stato sindaco fino a tre mesi fa. Il punto più pericoloso è a Secchiano".

Perché?

"Lì l’alveo del Marecchia è più alto di diversi metri rispetto alle abitazioni, dove c’è la strada che porta a San Leo".

Cosa significa?

"Significa che in caso di eventi meterologici importanti o eccezionali, maxi-piogge per capirci, il rischio è che le acque esondino e travolgano tutto, come visto purtroppo nei giorni scorsi nelle vicine Marche".

Il suo è un grido d’allarme preventivo.

"Lo dico a salvaguardia di tutti: dei cittadini ma anche delle autorità responsabili e ricordiamoci tutti che il pericolo è lì, sotto i nostri occhi, e nessuno, in caso di danni, potrà tirarsi indietro".

Dato l’immobilismo della politica, ha mai pensato di muoversi diversamente?

"Confesso che, da sindaco, ho pensato anche alla magistratura. Ma la questione va risolta politicamente".

Da dove partire?

"Rafforzare gli argini e ripulire l’alveo, oggi in troppi tratti intasato".