"Il mio bar intrappolato nella rete di Google"

Massimo Zanon aveva iscritto la propria attività sulla piattaforma, ma ora non riesce più a cancellarla

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di Giuseppe Di Matteo

Prigioniero, con la sua attività commerciale, di Google e senza la possibilità di andarsene. È l’incredibile vicenda capitata a Massimo Zanon, 57 anni, titolare di un bar piadineria a Bellaria. Una storia cominciata cinque anni fa, quando Massimo, consigliato da sua moglie, decide di iscriversi sulla piattaforma di Google My Business, dove gli utenti hanno la possibilità di condividere contenuti come foto e recensioni. "Inizialmente non avevo problemi – racconta –, ma poi ho scoperto che il mondo della Rete non fa per me. Senza contare che a volte vengono postate alcune recensioni, ovviamente negative, che non corrispondono alla realtà di ciò di cui si parla. Non si può essere sempre messi alla gogna". In verità, a Massimo non piacciono nemmeno i giudizi lusinghieri. Semplicemente: vorrebbe scomparire, assieme al suo bar, da Google. Il problema, però, è che non può farlo. "Ho contattato l’assistenza via mail tante volte – prosegue manifestando non poca insofferenza – ma senza ottenere alcun risultato". Un calvario che va avanti da tempo, fatto di continui botta e risposta, tra posta elettronica e telefonate. "Mi hanno fatto sapere che al massimo si può smettere di essere amministratori della pagina della propria attività. Ma se lo fai, non hai più il controllo del profilo. I commenti però continuano ad arrivare, né possono essere rimossi" Una marcatura asfissiante dalla quale non è affatto facile liberarsi.

Ma non solo. Perché nell’ultimo mese la vicenda si è arricchita di un ulteriore particolare: a seguito di un aggiornamento di Google, la pagina dell’esercizio commerciale di Massimo è stata associata a quella di un altro locale che ha un nome simile al suo. Risultato: una valanga di recensioni, di tutti i tipi, che si riversano puntualmente sul profilo del bar di Massimo anche se, in molti casi, si riferiscono all’altro. Ed è questa la goccia che ha fatto traboccare il vaso. "Sto provando in tutti modi a segnalare anche questo problema, chiedendo, ora più che mai, a Google di essere cancellato dall piattaforma, ma niente – sottolinea sconsolato –, a parte il consueto rimbalzo di responsabilità da un team all’altro".

Al momento, comunque, da Google fanno sapere, con fare burocratico, che la pratica di Massimo è in lavorazione e che per segnalare eventuali problemi ci si può rivolgere al Centro assistenza legale. "Vedremo cosa succederà, ma non sono molto ottimista – sospira –. Però mi chiedo: ci si registra sulla piattaforma con un click, senza che vengano chiesti i documenti, ma per togliersi quel click non basta. Perché?" Con l’esercente coinvolto, suo malgrado, nella vicenda Zanon non ha parlato. "Ho già i miei problemi".