"Il mio Primo Levi nei luoghi del potere"

L’attore riminese Andrea Argentieri in scena nel Senato belga: "Questo è un messaggio contro qualsiasi conflitto"

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L’attore riminese Andrea Argentieri ha stupito e conquistato la platea del Senato di Bruxelles con ‘Se questo è Levi’, della compagnia Fanny & Alexander. Sei repliche con un migliaio di spettatori in totale, in occasione del Kunstenfestivaldesarts. Uno spettacolo in italiano con traduzione simultanea per il pubblico, in francese, inglese e fiammingo. Lo spettacolo è quello che nel 2019 è valso il Premio Ubu come migliore attore allo stesso Argentieri (che interpreta Primo Levi) e il premio speciale Ubu alla compagnia per il progetto.

Com’è avvenuta l’idea di portare lo spettacolo al Senato belga?

"Uno dei due direttori artistici del Kunstenfestivaldesarts, Daniel Blanga Gubbay, lo ha visto al Festival di Santarcangelo nel 2020, ne è rimasto colpito e ha deciso di portarlo in uno dei più importanti luoghi del potere belga. È stato scelto questo luogo simbolico, dove abitualmente si prende la parola per legiferare, come se Primo Levi si trovasse a portare la sua testimonianza per la prima volta di fronte ai cittadini di Bruxelles. Coincidenza vuole che in questo senato, durante la I Guerra Mondiale, questo emiciclo è stato il luogo dove sono stati condannati a morte numerosi cittadini belgi da parte dei tedeschi".

Quanto è importante, in un momento come questo, raccontare quello che viene raccontato in questo spettacolo?

"Di vitale importanza, il messaggio di Levi è sempre attuale, ed è proprio questa uno dei punti di forza di questo progetto. Alla domanda ‘sono ancora possibili le atrocità dei lager’, Primo Levi risponde ‘dove un fascismo, non è detto che sia identico a quello, cioè un nuovo verbo, come quello che amano i nuovi fascisti in Italia, cioè non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti altri no, dove questo verbo attecchisce, alla fine c’è il lager, questo io lo so con precisione’". Prossimo obiettivo? Farlo davanti alla Corte europea per lanciare un messaggio anche verso la Russia?

"Questo progetto è una missione, da portare in qualsiasi luogo, un messaggio contro qualsiasi forma di conflitto".

Suoi progetti per questo 2022?

"Spero che queste date possano aprire a ‘Se questo è Levi’ delle porte a livello internazionale. Mi opererò molto per far sì che questo possa accadere. Continua la mia collaborazione con Fanny & Alexander in nuovi progetti, il più imminente l’opera di Monteverdi ’Il ritorno di Ulisse in patria’ che debutterà al teatro Ponchielli di Cremona il 17 giugno".

Rita Celli