"Il mio sogno Mundial, un’impresa da cinema"

Antonio Cabrini ospite a Riccione per presentare il docufilm ’Il viaggio degli eroi’ "Quella Nazionale non verrà mai dimenticata. Con noi giocava tutta l’Italia"

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Francesco

Zuppiroli

Il tempo crea eroi e quegli eroi, il tempo, lo sconfiggono. Che sia un momento, una stagione, un successo, quello del Mondiale dell’82. Basta un solo istante lungo l’infinita linea del tempo per cristallizzare per sempre un eroe. O meglio: 22 eroi più uno. Quei ventidue calciatori Azzurri con l’indimenticato e indimenticabile ’Vecio’ Enzo Bearzot, che sotto il cielo di Madrid quarant’anni fa da uomini mortali si consacrarono eroi, alzando al cielo la Coppa del Mondo dopo avere vinto 3-1 sulla Germania dell’Ovest. Ed è da quella schiera di stelle che una oggi si stacca e cade su Riccione, illuminando la Perla Verde per la serata conclusiva di Ciné, alle 21, con la presentazione e la proiezione di Il viaggio degli eroi, documentario di Manlio Castagna sui mondiali ’82 e la storica vittoria della nazionale di calcio italiana. Quella stella sarà l’ex difensore della Nazionale Antonio ’Bell’Antonio’ Cabrini, superospite assieme a Castagna per la presentazione del docufilm per il quarantesimo anniversario dal successo, che si celebrerà domani.

Antonio, a che tipo di docufilm assisteremo?

"Si tratta di un documentario sulla cavalcata mondiale nato nel periodo del Covid. Una produzione che vuole rappresentare il gruppo Nazionale dell’82 come un simbolo".

E di che tipo?

"Un simbolo di rinascita, emblema di come si riesca a uscire da un momento difficile, come fu allora. Il docufilm non è solo celebrazione, ma ha anche un aspetto sociale attraverso questo parallelismo".

Quali sono le peculiarità di questo prodotto?

"Il docufilm Il viaggio degli eroi è molto improntato all’immagine. Vuole raccontare quel successo storico attraverso immagini inedite, soprattutto legate all’aspetto umano del gruppo e, soprattutto, della gente che stata attorno. Le immagini del Paese, che mai come allora si è riconosciuto in una squadra di calcio".

Ed è forse questo legame ancora indissolto tra il Paese e quella Nazionale che rende il Mundial ’82 tanto speciale?

"La verità è che quell’anno un’intera Nazione era schierata con la squadra. Il Paese stava attraversando un momento difficile e la vittoria del Mundial fu un momento di grande ripartenza collettiva. È questo che, anche a distanza di quarant’anni, viene riconosciuto a quel gruppo".

E l’Antonio Cabrini di oggi, cosa aspetterà con maggiore trepidazione di rivedere e rivivere attraverso le immagini del documentario proiettato a Riccione?

"Direi quello che nei miei ricordi resta uno dei momenti più belli. Ossia quando atterrammo con l’aereo presidenziale a Ciampino. Fu in quel momento, davanti alla nostra gente, che realizzammo davvero l’impresa compiuta".

Un impresa ’eroica’, appunto.

"Più che altro la consapevolezza di avere raggiunto un traguardo in un momento particolare, dopo cui, a posteriori, la storia ci ha insegnato quanto fosse davvero importante".

Crede che festeggiare i quarant’anni da quel successo ora, dopo due mancate qualificazioni al mondiale, abbia un significato di ripartenza?

"Purtroppo credo che non basti un anniversario per risolvere i problemi che ci sono".

E come mai, nel corso dei festeggiamenti per il successo, ha scelto di essere l’ambasciatore della Nazionale a Riccione?

"Tra tutti noi membri di quel gruppo ci siamo un po’ divisi gli appuntamenti, che sono tantissimi in questo periodo. Ho avuto grande piacere di essere chiamato da Rai Cinema per partecipare al lancio di questo docufilm da Riccione e penso che sia la giusta valorizzazione di quel successo".

Successo che definirebbe come?

"Assolutamente incredibile. Ancora oggi. Incredibile".