
Il partito, pronto a sostenere la revoca della cittadinanza onoraria al Duce, avrebbe trovato un accordo in maggioranza
Alla conta su Mussolini. Il 20 maggio è stato convocato il consiglio comunale di Riccione, e in quell’occasione tra le pratiche da votare ci sarà la richiesta di revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini. Il documento venne approvato dal consiglio comunale nel 1923, assieme a quella di Aldo Oviglio, Ministro di grazia e giustizia e affari di culto del governo Mussolini in quegli anni. L’esito della votazione della prossima settimana non è scontato. Negli ultimi giorni ci sono stati contatti tra i diversi gruppi consiliari, a partire dal Pd, per cercare i numeri necessari a far passare la revoca. Questo perché in maggioranza le voci fuori dal coro sono diverse. In casa di 2030 sono stati netti nello spiegare che "la memoria storica deve essere preservata proprio per essere compresa, non rimossa". Per essere ancor più chiari, secondo 2030 "la storia non si corregge". Quasi scontato dunque, non poter contare sui voti di Marco De Pascale e Lazzaro Righetti per far passare la revoca. L’idea di cancellare Mussolini dai cittadini onorari della città non scalda Riccione col cuore. Anche in questo caso nessun voto favorevole, allo stesso modo di Massimo Montanari, altro consigliere di maggioranza per Riccione contemporanea. Dalle indiscrezioni che arrivano a una settimana dal voto, oltre al Pd ad essersi spesa per la revoca c’è solo Riccione coraggiosa che pesa per un voto in consiglio. Considerando anche il voto della sindaca Angelini si arriva così a 11 voti favorevoli, salvo assenze dell’ultima minuto.
Anche all’opposizione sono diverse le vedute sull’argomento. Se le civiche, Forza Italia, Lega e Fdi non sono favorevoli all’idea della revoca, quello che faranno i consiglieri Gianluca Vannucci e Vanessa Villa resta un punto interrogativo. Vannucci si è espresso pubblicamente definendosi antifascista e con la tessera dell’Anpi. Difficile pensare a un voto contrario sulla revoca. Anche per Vanessa Villa, sempre all’opposizione, sarà un voto di coscienza. Sono forse questi i voti su cui conta il Pd per far passare la pratica senza patemi? La differenza la faranno i consiglieri di maggioranza contrari alla revoca. Astenersi o uscire dall’aula farebbe venire meno voti per una bocciatura della pratica. Ed è quello che dovrebbe accadere. Non è stata considerata, invece, l’idea di legare il voto favorevole alla revoca alla contestuale cittadinanza a Matteotti o ai fratelli Cervi. L’ipotesi emersa nelle settimane scorse, sulla falsa riga di quanto già fatto da San Clemente.
Andrea Oliva