DONATELLA FILIPPI
Cronaca

Il Rimini perde i pezzi. Il ds è l’unico superstite

Calcio serie C Le parole della presidente Di Salvo non hanno convinto nemmeno i più stretti collaboratori. Non è esclusa l’ipotesi cessione del club.

Calcio serie C Le parole della presidente Di Salvo non hanno convinto nemmeno i più stretti collaboratori. Non è esclusa l’ipotesi cessione del club.

Calcio serie C Le parole della presidente Di Salvo non hanno convinto nemmeno i più stretti collaboratori. Non è esclusa l’ipotesi cessione del club.

Il Rimini è una barca che affonda. Oppure ha soltanto imbarcato acqua. Oppure sta cambiando timoniere. Nell’ennesima estate nera del pallone biancorosso, regna l’incertezza. Le parole della presidente Di Salvo non sono servite a rassicurare i tifosi. Ma evidentemente nemmeno i suoi più stretti collaboratori. Le dimissioni del vice presidente Sanapo, l’uomo di fiducia della famiglia Petracca, fanno pensare al peggio. Ma, attendendo di conoscere un futuro per ora ancora imprevedibile, è meglio fermarsi alle certezze. Gli stipendi non pagati, proprio come i fornitori al momento sono un dato di fatto. Uno scoglio sormontabile soltanto se già domani, o al massimo martedì, ci sarà la liquidità necessaria per mettere i conti a posto. E dare nuovo impulso a un Rimini che agli occhi di chi guarda fuori (ma probabilmente anche a quelli di chi guarda da dentro) è già quasi spacciato. Non tanto per quel -4 in classifica con il quale, eventualmente, si inizierà una nuova stagione, ma per la mancanza a oggi di prospettive. Per i tifosi biancorossi, sempre abituati al peggio, questa volta è stato davvero come passare dal Paradiso all’Inferno. Perché la famiglia Petracca i riminesi del pallone li ha illusi a dovere. Il centro sportivo della Gaiofana, un nuovo stadio da 12mila posti, il sogno di poter raggiungere la cadetteria con un progetto non faraonico ma ben equilibrato. Tutto quellissimo, questa volta è fatta. E invece no. Di punto in bianco, da un paio di mesi a questa parte lo sconforto. Di nuovo. A oggi il Rimini ha una rosa di giocatori ai quali manca lo stipendio di maggio, ha un direttore sportivo che sembra resistere (Antonio Di Battista, in foto con la presidente) e un allenatore giovane e inesperto al quale sembrerà di essere dentro un film dell’orrore (Filippo D’Alesio). Le questioni societarie hanno congelato irrimediabilmente tutto. Mercato compreso perché a oggi quello contemplato eventualmente è solo in uscita. Perché se il cielo non si rasserenerà il fuggi fuggi da ipotetico diventerà reale. E se il cielo dovesse rasserenarsi la presidente Di Salvo non solo dovrà riconquistare la fiducia, ma anche ricostruire la squadra dirigenziale. Quella che sembrava non potesse mai essere scalfita da nessuno. Andata, invece, in frantumi in un attimo. Sempre che a Campobasso, o a Zurigo, i Petracca non abbiano già un piano per cedere il club.