
La geografia dei ricordi è fatta di luoghi, situazioni e persone collocate in uno spazio ben definito. Lo spazio di Chiara Cito è Ripalta, una frazione di pochissimi abitanti nella val di Vara in Liguria. Tra i carruggi del paese, il profumo che si sprigiona dalle pentole e dai tegami si mescola agli odori che arrivano dalle altre case. Sono case che si affacciano sui vicoli stretti, sulla campagna che circonda Ripalta. Sono porte aperte da cui si intravede la vita degli altri. Sono abitazioni che tutti conoscono, custodi di vite e di ricordi. Per alcuni è un cumulo di case arroccate su una salita, per chi ci vive è il mondo intero. Conosciamo i protagonisti di questo paese in ‘Ritratti di neve’ (Bookabook), il romanzo d’esordio dell’insegnante riminese Chiara Cito. In questo universo che profuma di ricordi e infanzia, capitolo dopo capitolo ci viene presentato ogni abitante del paese. Vengono chiamati con diminutivi, si conoscono perché sono parenti, vicini, ospiti che non smettono di essere nuovi arrivati. Lavorano nei campi, si muovono con il trattore, sono solitari, lavoratori instancabili, amanti dei boschi, hanno i capelli bianchi e la gioventù negli occhi. Sono il paese, anime abitudinarie racchiuse in racconti. Attraverso le fotografie e le storie della Beppa, Italo, Arturo, Lucia e gli altri, diventiamo parte del passato dell’autrice. Anche noi come tutti loro ci troveremo a festeggiare la Madonna della Neve, ad indossare la camicia stirata di fresco, entreremo timidi in chiesa e offriremo torte, vino e caffè alla famiglia e alla gente di Ripalta. Ci ritroveremo in mezzo alla nostra gente e saremo a casa.
Debora Grossi