Il sindaco: "Rimettiamo in moto quei dinosauri"

Sadegholvaad: "Nessuno vuole speculare, ma basta con il degrado"

Il sindaco: "Rimettiamo  in moto quei dinosauri"

Il sindaco: "Rimettiamo in moto quei dinosauri"

"Da metà anni Settanta le colonie cominciarono il loro tramonto. Difficile davvero spiegare perché gran parte di esse sono non solo inutilizzate ma veri e propri monumenti al degrado". E’ un passaggio dell’intervento del sindaco Jamil Sadegholvaad in consiglio. "La burocrazia? I vincoli? Il risultato è che l’intreccio tra ideologia, conservazionismo estremo fino alla quasi sacralizzazione e all’intangibilità dei luoghi, veti e controveti politici, un accumularsi di leggi e prescrizioni, una oggettiva difficoltà a trovare i capitali per rimettere in moto quei dinosauri di mattoni, non solo non ne ha permesso la restituzione ai cittadini come spazio e bene pubblico ma ne ha addirittura inconsciamente alimentato la spinta nella decadenza e in un degrado non più tollerabile.

Si è preferito adorare la cenere piuttosto che cercare di alimentare il fuoco. La conservazione dell’innovazione architettonica... In questi decenni questo straordinario e unico patrimonio è stato in gran parte salvaguardato da speculazioni edilizie selvagge, dalla cancellazione di memorie storiche e architettoniche come poche al mondo, ma lo domanda oggi è: possiamo continuare a vincolare il degrado senza nessuna prospettiva di un recupero vero di questo patrimonio? La mia impressione è che sinché la Murri, la Bolognese, la Novarese, e gli spazi a Bellaria, a Riccione, a Cesenatico siano lasciati alla salsedine e al degrado tutto quello che abbiamo fatto e che faremo come istituzioni locali in ordine alla rigenerazione urbana della fascia turistica sia una vittoria mutilata. Per risorgere le colonie devono essere considerate spazi del possibile e non del sogno. Questo vuol dire coinvolgere i privati nella rigenerazione e successiva gestione di questi luoghi, tenendo conto della funzione che essi possono assumere in una fascia territoriale dove stanno, che è turistica. Da un anno e mezzo ho avuto contatti, ho parlato con gruppi e singoli imprenditori molto interessati dalla prospettiva di recuperare le colonie. Non ho avuto l’impressione di persone che volessero speculare, fare appartamenti vista mare. Nessuno ha avanzato idee che presuppongono lo stravolgimento delle architetture esterne, considerate anzi un elemento eccezionale di marketing preesistente. Ma gli stessi imprenditori chiedono certezze: nessuno investe se percepisce ambiguità o diffidenza dall’altra parte. La restituzione di questi spazi pubblici passa da progetti chiari in cui l’interesse pubblico e quello privato stiano in equilibrio".