Il successo della Rebola . Produzione quasi raddoppiata

La produzione vinicola romagnola registra un significativo aumento, trainata dalla Rebola e dall'Albana. L'identità territoriale e la qualità dei vini sono al centro della strategia di promozione.

Il successo della Rebola . Produzione quasi raddoppiata

La produzione vinicola romagnola registra un significativo aumento, trainata dalla Rebola e dall'Albana. L'identità territoriale e la qualità dei vini sono al centro della strategia di promozione.

La Rebola va forte e con lei crescono i numeri della produzione. Dal 2021 il vino tipico riminese, ha incrementato del 73 per cento il suo imbottigliamento, passando dalle 101mila bottiglie di tre anni fa alle 176mila del 2023. Un incremento che coinvolge in generale tutti i vini prodotti sulle colline romagnole. Ad esempio Rimini Doc passa da 228mila unità del ’21 alle 393mila di dodici mesi fa, segnando un incremento del 16.24 per cento. "Abbiamo bisogno di fare conoscere la nostra identità - spiega Nicolò Bianchi, coordinatore del progetto RiminiRebola -. Chi beve vino riminese a New York deve sentire gli odori delle terre della Romagna non appena stappa la bottiglia. L’odore e il sapore del mare, dell’argilla e del clima mite di queste zone. Quella che stiamo portando avanti è un’operazione vincente iniziata nel 2021, quando tante cantine si sono unite insieme per portare alto il nome di Rimini e della sua industria vinicola".

I grandi numeri crescono per la Rebola, ma il traino della produzione di vino bianco romagnolo è senza dubbio quello della tipica Albana che con più di 730 mila bottiglie chiuse quest’anno si posiziona in testa. Un’annata senza dubbio prolifica per il vino riminese in generale. L’intera filiera quest’anno ha imbottigliato ben 2.950 ettolitri della bevanda che si ricava dall’uva. "I produttori hanno fatto passi avanti in qualità ma anche in comunicazione e marketing - dice Jamil Sadegholvaad, presidente della Provincia e di Visit Romagna - Siamo pronti per il grande passo verso il futuro. Un lavoro che sicuramente non sarà facile, in Italia ci sono ben 852 marchi di qualità, ma siamo sulla buona strada".

Federico Tommasini