
"Due ambasciatori di pace in Medio Oriente". Sono riminesi e hanno il ‘manico’. A loro si rivolge il vescovo di Rimini, Nicolò Anselmi, con una lettera aperta destinata a sollevare riflessioni nel paddock del Gran Premio del Qatar di MotoGp. Il vescovo si rivolge a Enea Bastianini e Marco Bezzecchi. Lo fa da "vostro tifoso e motociclista convinto, anche se oggi utilizzo solo lo scooter per i miei spostamenti e non una ‘vera’ due ruote". Comincia così il testo scritto dal vescovo: "Le vostre recenti ed esaltanti vittorie in MotoGp (unite ad una certa e sana esuberanza riminese), in sella ad una moto prodotta nella nostra regione, vi hanno fatto conquistare la simpatia di moltissimi giovani e meno giovani. Molti riminesi sono fieri di sapere che siete nati e cresciuti nella nostra città, e qui avete mosso i primi decisivi passi nel mondo delle due ruote". Il Gran Premio in Medio Oriente sarà la penultima gara prima di Valencia. Siamo ai titoli di coda di un mondiale ancora incerto su cui l’attenzione è massima. E massima è anche l’attenzione sui due piloti riminesi: Bezzecchi è terzo nel mondiale, mentre Bastinaini ha vinto l’ultimo Gran Premio. Il vescovo Anselmi li chiama a essere più di semplici piloti della MotoGp. "Fra pochi giorni si correrà il Gran Premio del Qatar. La MotoGp sarà in un Paese che si trova al centro di una zona molto calda del mondo, ferita da laceranti guerre recenti e tutt’ora purtroppo presenti: Yemen, Iraq, Israele, Palestina, Siria. Vorrei chiedervi, nella massima libertà, di portare con voi i desideri di pace, di tanti riminesi e non solo".
Un palcoscenico privilegiato e che, per il vescovo, potrebbe diventare un potente veicolo per lanciare un messaggio di pace. "Fra il popolo israeliano e quello palestinese purtroppo sta crescendo l’odio, terribile seme di quella divisione che porta alla disunione - continua Anselmi – In questi giorni di prove, di sprint race, di gara, tantissime persone vi seguiranno e vi osserveranno in pista e nel paddock, e ascolteranno con tanta attenzione e interesse le vostre interviste. Sono certo che saprete comunicare atteggiamenti e parole di pace. Possiate essere ambasciatori di pace". Ora starà ai piloti riminesi scegliere cosa fare in un Paese, il Qatar, che in queste settimane è politicamente attivo nel tentativo di gestire la crisi in Medio Oriente. Intanto il vescovo si prepara alle conseguenze della guerra. "La comunità cristiana di Rimini è disponibile, una volta terminata la guerra, a Gaza e in quella martoriata regione (come in tante altre disseminate nel globo, purtroppo), ad aiutare gli orfani, le vedove, gli sfollati, le persone rimaste senza più casa e lavoro". Infine il saluto a quelli che il vescovo chiama ’caro Bez’ e ’Bestia: "Vi accompagneremo con amicizia in questa vostra trasferta sportiva in Medio Oriente, e facciamo tutti quanti il tifo per voi, insieme sicuramente a Marco Simoncelli che vive nei nostri cuori e nella Casa del Padre, anche lui figlio ‘rombante’ della nostra terra. Un caro augurio di bene e di pace".
Andrea Oliva