Alpini Rimini, il veterano: "Città promossa, con qualche meno"

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Rimini promossa, ma non a pieni voti: "Alla città che, con la Repubblica di San Marino, ha organizzato la 93esima Adunata alpini, darei un 8 e mezzo. Anche in omaggio a Fellini". Parla Gianluigi Bandini, classe 1948, veterano dei raduni. Non ha voluto mancare a Rimini, seppure costretto in carrozzina, a causa del Parkinson.

Quante adunate ha vissuto?

"Dal 1969 una ventina".

Come siamo andati?

"Qualcosa da migliorare c’è, ma nel complesso bene, promossi".

Dove si poteva far meglio?

"Dopo due anni di pandemia sono cambiate tante cose, molto andava ritarato, bisogna tenerne conto".

Che cosa è andato bene?

"La prima volta della fiaccola, la prima volta delle 19 bandiere di guerra alpine. L’accoglienza".

Allo stadio Neri qualcosa è andato storto?

"Purtroppo non tutti sono potuti entrare al concerto delle 33 fanfare, attesissimo".

Altre criticità?

"Va migliorata l’organizzazione per raggiungere i punti di ’ammassamento’. E magari sistemare le panchine per chi doveva aspettare alcune ore".

Problemi anche per il trasporto pubblico?

"Anche, ma capisco che non è facile gestire simili folle".

E le birre a 5 euro?

"C’è sempre chi approfitta un po’ nelle adunate. Ma una cosa che non mi va giù è la mancata concessione dell’ex caserma Giulio Cesare per il nostro campo base. Ci avrebbe aiutato".

Altro?

"Durante le adunate si dovrebbero sentire solo cori e musiche alpine. Qualche locale ha ’sparato’ techno e metal tutto il tempo".