In 90 lasciano la scuola: "Carcere? Serve educare"

La vicesindaca Bellini contro l’inasprimento delle pene per i genitori. Nello scorso anno circa la metà degli studenti è poi tornata in classe.

In 90 lasciano la scuola: "Carcere? Serve educare"
In 90 lasciano la scuola: "Carcere? Serve educare"

Una novantina di studenti, dalle elementari alle scuole superiori, si perdono per strada nella città di Rimini. E’ la dispersione scolastica che il governo intende combattere con la reclusione per i genitori fino a due anni. Un errore, dice chiaramente la vicesindaca Chiara Bellini. Sarebbe un po’ come usare la clava quando serve affiancare ed educare. Non è un’opinione, perché il punto di vista della vicesindaca viene suffragato dai dati. "Delle 91 posizioni segnalate – spiega Chiara Bellini -, la metà (45), sono state recuperate in corso d’anno grazie ad un importante lavoro di richiamo e sollecito sulle famiglie. In particolare hanno ripreso la frequenza 22 alunni della scuola primaria, 2 delle scuole medie, 6 delle scuole superiori. Altri 15, hanno spostato la residenza, e recuperato la frequenza, in altri comuni o all’estero. Le posizioni di evasione accertata sono state 44. Di queste, la maggior parte (37) si sono registrate nella scuola primaria, il resto nella scuola media (3) e nelle scuole superiori (4)".

La strategia per recuperare alunni e studenti che lasciano la scuola non può essere il carcere per i genitori, ribatte la vicesindaca. “Non si può pensare che l’unica soluzione a questi problemi sia la punizione. Mentre sui territori lavoriamo quotidianamente per il coinvolgimento attivo dei genitori, proponendo di dialogare di più e meglio con la scuola, la soluzione dello Stato è mandare in galera mamme e papà. Questo accanimento verso i genitori è inutile e dannoso, quasi un proclama elettorale più che una azione governativa mirata a risolvere i problemi". Al posto del carcere servono risorse e progetti. "Ciò che serve non sono slogan di corto respiro, ma investimenti seri di lungo termine sulla scuola e il diritto allo studio. Risorse per diminuire l’impatto dei costi delle mense e dei trasporti (come facciamo autonomamente a Rimini e in regione, in assenza di contributi nazionali) o per aumentare le dotazioni territoriali per il tempo pieno e prolungato. Ma anche questo non basterebbe perché, sul tema dell’abbandono scolastico l’unico approccio risolutivo rimane quello educativo". Il prossimo anno scolastico Rimini sarà protagonista per l’osservazione e la sperimentazione di strumenti per il contrasto all’evasione scolastica. E’ stata scelta dal Garante regionale per l’infanzia assieme a Reggio Emilia e Modena.

Andrea Oliva